La vita è un'evoluzione continua, ma non sempre si progredisce. Ecco per esempio che se in passato l'aspettativa di vita si è allungata, si sta assistendo adesso ad un rapido tasso di invecchiamento della popolazione. Ma ciò su cui vogliamo porre l'attenzione è il divario tra longevità maschile e longevità femminile.

Già dal finire dell'800 è emersa una netta differenza tra l'età media degli uomini e quella della donne, cosa che ha destato fin da subito un grande interesse. Per questo i genetisti sono costantemente alla ricerca di una risposta scientifica in merito.

Se si controllano le statistiche ISTAT, in quanto a mortalità, di solito si prendono in considerazione numerosi aspetti, come per esempio la regione di residenza ed il grado di istruzione. Seppur il dibattito sia ancora acceso, la maggior parte dei ricercatori è concorde nel ritenere che il perché della differenza tra longevità maschile e femminile sia da rintracciare in fattori biologici.

In particolare sarebbe una maggiore predisposizione a contrarre malattie cardiovascolari il fattore responsabile della minore longevità maschile. Le donne hanno il cuore ed altri organi protetti dagli estrogeni, ormoni di cui l'uomo è sprovvisto. Per questo si stanno conducendo anche ricerche per capire se possa essere una questione genetica, cioè di geni.

In attesa di conferme definitive a riguardo possiamo dire che è pensiero comune quello di attribuire, a livello generale, la responsabilità della minore longevità anche a fattori sociali, da intendere come comportamentali. Gli uomini sarebbero meno inclini a condurre una vita regolare, sarebbero dunque più inclini agli accessi ed agli abusi, al contrario delle donne che invece prestano più attenzione all'aspetto della salute. Inoltre i lavori più pesanti, faticosi e rischiosi, sono solitamente svolti dagli uomini, che quindi hanno un maggiore rischio di infortunarsi ed espongono il fisico ad un logorio maggiore nell'ambito di queste attività.