Quali sono le piante più velenose del mondo?
Numerose sono le piante altamente tossiche che si trovano in natura e spesso anche nei nostri giardini.
Queste contengono sostanze velenose, che possono provocare gravi reazioni all'organismo e conseguentemente portare alla morte. E' importante quindi saperle identificare, capire quali sono le parti da evitare assolutamente e conoscere quali sono i sintomi che si presentano a seguito di un'intossicazione da esse causata.
- L'oleandro (Nerium oleander) è una pianta comune, presente spesso nei giardini delle abitazioni come ornamento, avente la forma di un piccolo arbusto con fiori profumati, grandi e di varie colorazioni (rosa, fucsia, bianco). Tutta la pianta, in particolare foglie, corteccia e semi, è tossica per qualsiasi animale, anche dopo l'essiccamento. Sintomi: nausea, vomito, disturbi gastrointestinali, coliche, frequenza cardiaca irregolare, convulsioni, collasso e, se ingerito in grandi quantità, può portare alla morte.
- La cicuta (Conium maculatum) è una pianta erbacea che cresce nei campi, anche a grandi altitudini, conosciuta per aver dato la morte al filosofo Socrate. Ha una radice carnosa e fiorellini a ombrello di colore bianco che emanano un odore sgradevole, soprattutto se spezzati. Tutta la pianta (frutti, foglie, fiori e radici) è tossica. Sintomi: cefalee, indigestione, parestesia, paralisi e morte. Si ritiene che siano sufficienti pochi grammi di frutti verdi per provocare la morte di una persona, mentre generalmente i volatili sono immuni.
- La belladonna (Atropa belladonna) è una pianta appartenente alle Solanaceae, presente nelle zone di montagna e nelle aree selvatiche di Africa, Asia, Europa (in Italia è chiamata anche “sulatra”). Ha un grosso rizoma dal quale parte il fusto, presenta foglie ovali, fiori violacei e bacche nere. Le parti velenose sono contenute soprattutto nei frutti e nelle foglie. Sintomi: secchezza nella bocca, vomito, sensibilità degli occhi alla luce, allucinazioni, prurito e talvolta morte.
- Il ricino (Ricinus communis) è una pianta appartenente alle Euphorbiaceae che si trova in tutto il mondo. Presenta foglie dal bordo dentato con alcune sfumature rosse, fiori rossi a grappolo e frutti, ovvero capsule spinose al cui interno si trovano semi bruni. Tutta la pianta è tossica, in particolare i semi. Sintomi: disturbi intestinali, crampi, vomito, sanguinamento, febbre e talvolta morte.
- L'aconito napello (Aconitum napellus) è una pianta erbacea, tra le più tossiche presenti nelle Alpi. Presenta fusti sotterranei e aerei, foglie verde scuro, fiori a pannocchia di colore violaceo e frutti costituiti da piccoli semi. Tutta la pianta è tossica, in particolare la parte dei tubercoli. Sintomi: bruciore della cavità orale, vomito, disturbi intestinali, battito cardiaco irregolare, coma e talvolta morte.
Queste contengono sostanze velenose, che possono provocare gravi reazioni all'organismo e conseguentemente portare alla morte. E' importante quindi saperle identificare, capire quali sono le parti da evitare assolutamente e conoscere quali sono i sintomi che si presentano a seguito di un'intossicazione da esse causata.
- L'oleandro (Nerium oleander) è una pianta comune, presente spesso nei giardini delle abitazioni come ornamento, avente la forma di un piccolo arbusto con fiori profumati, grandi e di varie colorazioni (rosa, fucsia, bianco). Tutta la pianta, in particolare foglie, corteccia e semi, è tossica per qualsiasi animale, anche dopo l'essiccamento. Sintomi: nausea, vomito, disturbi gastrointestinali, coliche, frequenza cardiaca irregolare, convulsioni, collasso e, se ingerito in grandi quantità, può portare alla morte.
- La cicuta (Conium maculatum) è una pianta erbacea che cresce nei campi, anche a grandi altitudini, conosciuta per aver dato la morte al filosofo Socrate. Ha una radice carnosa e fiorellini a ombrello di colore bianco che emanano un odore sgradevole, soprattutto se spezzati. Tutta la pianta (frutti, foglie, fiori e radici) è tossica. Sintomi: cefalee, indigestione, parestesia, paralisi e morte. Si ritiene che siano sufficienti pochi grammi di frutti verdi per provocare la morte di una persona, mentre generalmente i volatili sono immuni.
- L'abro (Abrus precatorius) è un arbusto appartenente alla famiglia delle leguminose ed è generalmente presente nei paesi tropicali, in Indonesia. Il legume si presenta con lunghe foglie e semi rossi, questi ultimi contenenti veleno, che vengono utilizzati per realizzare gioielli o strumenti a percussione. Sintomi: crampi, nausea, vomito, malfunzionamento di fegato e reni, collasso del sistema metabolico. Bastano solo 3g di sostanza tossica per provocare la morte.
- La belladonna (Atropa belladonna) è una pianta appartenente alle Solanaceae, presente nelle zone di montagna e nelle aree selvatiche di Africa, Asia, Europa (in Italia è chiamata anche “sulatra”). Ha un grosso rizoma dal quale parte il fusto, presenta foglie ovali, fiori violacei e bacche nere. Le parti velenose sono contenute soprattutto nei frutti e nelle foglie. Sintomi: secchezza nella bocca, vomito, sensibilità degli occhi alla luce, allucinazioni, prurito e talvolta morte.
- Il ricino (Ricinus communis) è una pianta appartenente alle Euphorbiaceae che si trova in tutto il mondo. Presenta foglie dal bordo dentato con alcune sfumature rosse, fiori rossi a grappolo e frutti, ovvero capsule spinose al cui interno si trovano semi bruni. Tutta la pianta è tossica, in particolare i semi. Sintomi: disturbi intestinali, crampi, vomito, sanguinamento, febbre e talvolta morte.
- L'aconito napello (Aconitum napellus) è una pianta erbacea, tra le più tossiche presenti nelle Alpi. Presenta fusti sotterranei e aerei, foglie verde scuro, fiori a pannocchia di colore violaceo e frutti costituiti da piccoli semi. Tutta la pianta è tossica, in particolare la parte dei tubercoli. Sintomi: bruciore della cavità orale, vomito, disturbi intestinali, battito cardiaco irregolare, coma e talvolta morte.
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