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COGNOMI INVENTTATI O MODIFICATI: LE STORIE INCREDIBILI

Quando parliamo di cognomi, ci viene subito in mente qualcosa di antico, di scolpito nella storia, tramandato senza cambiamenti da padre in figlio. Ma la verità è tutta un'altra storia. I cognomi non sono sempre nati in modo preciso, né sono rimasti intatti nel tempo. Alcuni sono cambiati, altri sono stati inventati da zero. E sì, in certi casi sono nati quasi per caso.

Assegnati sul momento
Capita spesso, ad esempio, che un cognome sia stato assegnato direttamente da un impiegato comunale, magari durante la registrazione all’anagrafe. Una volta, bastava un soprannome, un nome del padre o un tratto fisico per far partire tutto. Se uno si chiamava Pietro ed era figlio di Carmelo, diventava Pietro Di Carmelo. Se abitava vicino a un ponte, diventava Del Ponte. Se aveva un occhio solo, Lo Cicero o Lo Guercio. Nessuno ci pensava troppo. L’importante era avere qualcosa da scrivere sui registri.

Errori diventati regole
In certi casi il cognome nasceva da un errore. Semplicemente da una svista, una trascrizione sbagliata. È successo spesso durante le grandi emigrazioni, tra Ottocento e Novecento. Gli italiani arrivavano in America o in Sud America con documenti scritti a mano, magari poco chiari. Il funzionario di turno leggeva quello che capiva e lo scriveva come gli sembrava giusto. Così “Giulietti” diventava “Julietti”, “De Rosa” diventava “Derosa”, “Fabrizi” finiva come “Fabrizio”. Nessuno correggeva. Nessuno tornava indietro.

Scelte di vita
C’è poi chi il cognome l’ha cambiato apposta. Per scelta. A volte per fuggire da un passato pesante, altre per rifarsi un nome. Alcuni lo hanno fatto per suonare più italiani, altri per sembrare stranieri. Durante il fascismo, per esempio, molti cognomi di origine tedesca, slava o ebraica furono italianizzati di forza. Schwarz diventò Neri. Goldstein si trasformò in Dorati. I funzionari facevano il lavoro sporco e i registri si riempivano di nomi nuovi. Ma lo facevano anche le persone. C’era chi voleva sembrare “più raffinato” o chi voleva nascondere le proprie origini contadine. Non era raro.

Refusi diventati identità
Ci sono anche i cognomi nati per errore durante la stampa di documenti ufficiali. Magari una lettera in più, un accento sbagliato, un refuso mai corretto. Ed ecco che un “Marini” diventava “Marino”. Oppure “Gianetti” perdeva una “n” e diventava “Gianeti”. La famiglia ci conviveva. A volte nemmeno se ne accorgeva.

Il peso del dialetto
Un’altra fonte di cognomi particolari sono i dialetti. In Sicilia, per dire, “Lo Presti” viene da “lu prèviti”, cioè “il prete”. A Napoli, “Esposito” lo portavano i bambini abbandonati. Gli “esposti”, messi nella ruota dell’Ospedale dell’Annunziata. Cognomi duri, pesanti, che col tempo qualcuno ha cercato di addolcire o cambiare. C’è chi lo ha fatto con una variazione, c’è chi ha aggiunto un secondo nome. “Esposito De Luca”, “Lo Presti Ferraro”. Per darsi un tono, ma anche per smarcarsi.

L’identità nel nome d’arte
Anche il mondo dell’arte e dello spettacolo ha contribuito. Attori, scrittori, cantanti… quanti si sono inventati un cognome? Tantissimi. Per distinguersi, per rendersi più facili da ricordare, o solo perché quello vero non gli piaceva. Alcuni sono diventati famosi così, al punto che quel nome fittizio è passato alla storia, lasciando nell’ombra quello autentico. Un’identità nuova, costruita a tavolino.

Tagliare con il passato
E poi ci sono quelli che l’hanno cambiato per motivi personali. Gente che ha litigato con la famiglia, che ha vissuto esperienze traumatiche, o semplicemente voleva cominciare da capo. Non è facile, eh. Cambiare legalmente cognome in Italia è complicato, ma non impossibile. Serve una motivazione seria. Però succede. E quando succede, cambia tutto. La carta d’identità, i documenti, le firme. Una vita nuova, con un nome nuovo.

Assurdo ma vero
In tutto questo, ci sono storie assurde. Famiglie che hanno cambiato cognome per colpa di un errore su una targa. Altri che si sono visti scrivere un nome sbagliato sull’atto di nascita e non l’hanno mai corretto. E poi ci sono quelli che se lo sono scelto con cura, come fosse un vestito. Lo hanno costruito, pensato, cucito addosso. Un gesto di libertà, in fondo.

Alla fine, quello che sembra un semplice cognome spesso è il risultato di scelte, errori, abitudini, forzature. È una piccola biografia compressa in una parola sola. E non sempre racconta quello che crediamo. Ma proprio per questo è così affascinante. Perché dietro ogni cognome c’è una storia. A volte inventata, a volte imprevista. Ma sempre, in qualche modo, unica.
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