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I cognomi sono un elemento fondamentale della nostra società, studiandoli è possibile ottenere informazioni significative sulla storia e sulle origini delle famiglie.

L'origine storica dei cognomi tuttavia non è chiara e definita nel tempo. Inoltre nell'antichità, i cognomi non avevano l'importanza attuale e venivano spesso aggiunti al nome personale senza essere considerati parti essenziali per l'identificazione.

Secondo alcuni studiosi la prima testimonianza storica nell'uso di un cognome si avrebbe in Cina, nel lontano 2852 a.C., dove l'imperatore Fu Hsi avrebbe introdotto i cognomi per facilitare il censimento della popolazione. Dall'analisi della documentazione storica sembrerebbe che l'uso dei cognomi in Cina fosse divenuta prassi a partire dalla dinastia Shang (1600-1046 a.C.).

Nell'antica Grecia, invece, ai nomi veniva solitamente aggiunto il luogo d'origine, oppure il nome dei clan di appartenenza. Ad esempio, il macedone Alessandro Magno era conosciuto anche come Eraclide ovvero come discendente presunto di Eracle e anche dal nome Karanos/Caranus, che si riferiva alla dinastia di appartenenza..

Le prime testimonianze di un uso certo e massivo del cognome si hanno invece nell'antica Roma, dove le persone nel corso dei secoli sono arrivate ad adottare addirittura 3 distinti nomi.

Infatti oltre al Praenomen, che distingueva l'individuo ed era paragonabile al nome proprio di persona contemporaneo, si usavano anche il Nomen, paragonabile all'odierno cognome che denotava la gens di appartenenza, ed il Cognomen, una sorta di soprannome dato all'individuo o ai membri del ramo di una famiglia.

Più avanti Nomen e Cognomen vennero sostituiti da un Supernomen (o signum), con un significato chiaro e comprensibile, ad esempio il nome imperiale Augustus significava "favorito da buoni auspici".
Il cognome tornò protagonista in epoca medioevale tra il X sec. e l'XI sec., con lo scopo di individuare le persone e registrarle in modo corretto e certo. Ad esempio nell'epoca medievale, chi fuggiva dallo status di servo rurale per vivere in città, dopo un anno di servitù guadagnava il diritto di restare in città.

Il fuggitivo veniva quindi identificato per caratteristiche fisiche (Rossi per le persone rosse di capelli, Gobbo, Mancino, etc), oppure per la provenienza (Montanaro, Dal Bosco, ecc.), per il lavoro svolto (Tintori, Bovari etc...) oppure anche in base al nome del padre o della madre (Pietro figlio di Leone, che in seguito divenne Pierleone).

In seguito, verso il XII secolo, l'uso del cognome si diffuse in tutta Europa divenendo quanto di più simile al cognome moderno e attuale. Bisogna tuttavia considerare che in Italia l'uso dei cognomi fu inizialmente una prerogativa delle famiglie feudali e solo tra il XIII sec. e il XIV sec. venne esteso agli strati sociali più umili.

Sempre in Italia, l'ufficialità e l'obbligo di identificazione tramite il cognome si ebbe nel 1564, quando il Concilio di Trento del 1564 obbligò i parroci ad istituire un registro dei battesimi con nome e cognome, anche al fine di evitare unioni fra persone dello stesso sangue.
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