Ricordare i SogniElaboriamo alcune strategie per costruire una memoria dei sogni e delle scene oniriche ed interpretarle con maggiore accuratezza.
Ricordare i sogni è possibile, basta allenare la mente a farlo. Ci sono tecniche precise che funzionano. Alcune richiedono costanza, altre solo attenzione al momento giusto. E no, non è vero che ci sono persone che non sognano: tutti sognano. Lo dicono anche gli studi neurologici, grazie a strumenti capaci di rilevare i movimenti oculari rapidi nella fase REM. La differenza sta tutta nella memoria al risveglio.
Molti si convincono di non avere sogni solo perché non li ricordano. Eppure la mente lavora di continuo mentre si dorme, soprattutto nelle fasi più profonde del sonno. Durante la notte, i sogni si concentrano nella fase REM, che si presenta a cicli ogni 90 minuti circa. I primi sogni sono brevi, anche meno di dieci minuti. Dopo sei, sette, otto ore di sonno, diventano più lunghi e complessi, anche fino a un'ora. Per questo è più facile ricordare i sogni se ci si sveglia in quei momenti.

Allenare la memoria onirica inizia con un gesto semplice: scrivere. Tenere un diario dei sogni sul comodino fa la differenza.
Appena ci si sveglia, anche nel cuore della notte, va annotato tutto ciò che si ricorda.
Un frammento, una scena, una parola, un'immagine sola. Bastano pochi secondi per dimenticare tutto, quindi conviene agire subito. Non serve scrivere in modo ordinato, l'importante è fissare sulla carta qualcosa che possa riaccendere il ricordo.
Se capita di svegliarsi nel cuore della notte, il consiglio è quello di restare immobili, nella stessa posizione in cui ci si è svegliati. Quella postura è spesso legata al sogno appena vissuto. Ripassarlo nella mente, al contrario, come un nastro riavvolto, aiuta a ricostruirne i dettagli: oggetti, luoghi, sensazioni fisiche, emozioni sottili. In alternativa alla scrittura si può usare anche un registratore vocale. Parlare a bassa voce mentre si è ancora assonnati funziona meglio di quanto si pensi.
Un trucco utile è programmare la sveglia a un multiplo di 90 minuti dopo l?addormentamento, così da aumentare le possibilità di svegliarsi nel mezzo o subito dopo una fase REM. I momenti migliori sono spesso dopo 4 ore e mezza, 6 ore o 7 ore e mezza.
Un'altra tecnica potente consiste nel preparare la mente prima di dormire. Basta una frase semplice da ripetere, come un'intenzione: 'Stanotte ricorderò ciò che sognerò'. Se si hanno appunti di sogni passati, rileggerli prima di andare a letto aiuta la mente a riattivare quel tipo di memoria.
L'immaginazione prima di dormire è un altro alleato: visualizzare azioni ripetitive come nuotare o camminare crea una base più stabile per ricordare.
A questo si può aggiungere un altro elemento interessante: l'alimentazione. Alcuni studi suggeriscono che determinati alimenti, come quelli ricchi di vitamina B6 (banane, tonno, cereali integrali), possano favorire una maggiore vividezza onirica. Altri invece notano che pasti pesanti o piccanti prima di dormire aumentano la probabilità di sogni intensi o caotici. Non è una regola fissa, ma vale la pena osservare eventuali collegamenti.
Curioso anche il ruolo della luce. Dormire completamente al buio favorisce un sonno profondo e una maggiore qualità delle fasi REM. La luce artificiale, soprattutto quella degli schermi, può alterare la produzione di melatonina e interferire con la capacità di sognare con intensità.
Per chi vuole lavorare sui sogni, creare un ambiente buio e silenzioso è un passo fondamentale.
Un ultimo dettaglio utile riguarda la posizione del corpo. Alcune persone riferiscono di ricordare più sogni quando dormono sul fianco sinistro, altre sul destro. Non esistono prove scientifiche forti su questo, ma può essere interessante sperimentare e osservare se cambia qualcosa nella propria esperienza notturna.
Con il tempo, i sogni diventano più riconoscibili, più vivi.
Si comincia a notare uno stile, delle ricorrenze, un certo ritmo nelle scene. Alcuni sogni tornano, altri cambiano forma ma lasciano la stessa sensazione. Più si annotano, più si affina la memoria. Diventa quasi un'abitudine. Una forma di consapevolezza che si estende dal sonno alla veglia. Ricordare i sogni non è un trucco, è una pratica. E più si coltiva, più rivela.