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![]() Frasi di Salvatore Quasimodo La scheda di Salvatore Quasimodo PoetaNascita: Modica (Sicilia) il 20/8/1901, data morte il 14/6/1968 Da bambino gira la Sicilia per seguire il padre, ferroviere capostazione, mestiere che intorno al 1908 porta la famiglia ad alloggiare per un periodo all'interno di un vagone merci parcheggiato sui binari di Messina. Si diploma nel 1919, due anni dopo la pubblicazione delle prime poesie sul mensile da lui fondato “Nuovo Giornale Letterario”, le cui copie sono vendute presso l'attività commerciale di uno zio, diventata in poco tempo un forte polo attrattivo per i giovani intellettuali. A Roma lavora come impiegato e disegnatore tecnico, mentre collabora con alcune riviste e intraprende lo studio delle lingue e delle opere classiche. Dal 1926 l'impiego di geometra a Reggio Calabria per il Ministero del Lavori Pubblici gli concede la possibilità economica di dedicarsi alla letteratura: inserito negli ambienti culturali di Firenze dal cognato Elio Vittorini, fa la conoscenza di Montale, Manzini e Bonsanti, per la cui casa editrice pubblica “Acque e terre”, prima raccolta di poesie di stampo ermetico. Le liriche scritte dal '30 al '32 sono invece raccolte nel volume successivo, “Oboe sommerso”, con cui ribadisce una più matura adesione alla corrente poetica dell'ermetismo. A Milano dal 1938 si dedica solo alle lettere, collaborando con la rivista “Letteratura”, pubblicando la raccolta “Poesie” e insegnando fino al '68 nel conservatorio “Giuseppe Verdi”. Allo scoppio della seconda guerra, mentre continua a dedicarsi alla traduzione dei grandi classici e al giornalismo, vedono la luce i versi civili delle raccolte “Ed è subito sera”, “Giorno dopo giorno”, “La vita non è sogno”, “La terra impareggiabile” e dell'ultima “Dare e avere”, opere che nel 1950 gli valgono il Premio San Babila e nel '59 il prestigioso Nobel per la letteratura. Muore ad Amalfi colpito da ictus all'età di sessantasei anni. ![]() La più letta di “Salvatore quasimodo” “Al padre Dove sull'acque viola era Messina, tra fili spezzati e macerie tu vai lungo binari e scambi col tuo berretto di gallo isolano. Il terremoto ribolle da due giorni, è dicembre d'uragani e mare avvelenato.” Salvatore Quasimodo “Natale Natale. Guardo il presepe scolpito, dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme. Anche i Re Magi nelle lunghe vesti salutano il potente Re del mondo. Pace nella finzione e nel silenzio delle figure di legno: ecco i vecchi del villaggio e la stella che risplende, e l'asinello di colore azzurro. Pace nel cuore di Cristo in eterno; ma non v'è pace nel cuore dell'uomo. Anche con Cristo e sono venti secoli il fratello si scaglia sul fratello. Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri?” Salvatore Quasimodo Inserita: 24/12/2018 “Specchio Ed ecco sul tronco si rompono le gemme: un verde più nuovo dell'erba che il cuore riposa: il tronco pareva già morto, piegato sul fosso. E tutto sa di miracolo; e sono quell'acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi più azzurro il suo pezzo di cielo, quel verde che spacca la scorza che pure stanotte non c'era.” Salvatore Quasimodo Inserita: 21/04/2016 “Antico inverno Desiderio delle tue mani chiare nella penombra della fiamma: sapevano di rovere e di rose; di morte. Antico inverno. Cercavano il miglio gli uccelli ed erano subito di neve; così le parole. Un po' di sole, una raggera d'angelo, e poi la nebbia; e gli alberi, e noi fatti d'aria al mattino.” Salvatore Quasimodo Inserita: 23/01/2015 “Dormono selve Non so odiarti: così lieve il mio cuore d'uragano.” Salvatore Quasimodo Inserita: 20/11/2014 “S'ode ancora il mare Già da più notti s'ode ancora il mare, lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce. Eco d'una voce chiusa nella mente che risale dal tempo; ed anche questo lamento assiduo di gabbiani: forse d'uccelli delle torri, che l'aprile sospinge verso la pianura. Già m'eri vicina tu con quella voce; ed io vorrei che pure a te venisse, ora, di me un'eco di memoria, come quel buio murmure di mare.” Salvatore Quasimodo Inserita: 12/07/2014 “Ed è subito sera Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.” Salvatore Quasimodo Inserita: 13/05/2013 “S'udivano stagioni aeree passare S'udivano stagioni aeree passare, nudità di mattini, labili raggi urtarsi.” Salvatore Quasimodo “Latomìe Sillabe d'ombre e foglie, sull'erbe abbandonati si amano i morti.” Salvatore Quasimodo “L'ànapo Mansueti animali, le pupille d'aria, bevono in sogno.” Salvatore Quasimodo “L'uomo grida dovunque la sorte d'una patria.” Salvatore Quasimodo “Isole che ho abitato Isole che ho abitato verdi su mari immobili D’alghe arse, di fossili marini e spiagge ove corrono in amore cavalli di luna e di vulcani.” Salvatore Quasimodo “Alla nuova luna In principio Dio creò il cielo E la terra, poi nel suo giorno Esatto mise i luminari in cielo E al settimo giorno si riposò Dopo miliardi di anni l'uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, senza mai riposare, con la sua intelligenza laica, senza timore, nel cielo sereno d'una notte d'ottobre mise altri luminari uguali a quelli che giravano dalla creazione del mondo. Amen.” Salvatore Quasimodo “Fatica d'amore, tristezza Fatica d'amore, tristezza, tu chiami una vita che dentro, profonda, ha nomi di cieli e giardini. E fosse mia carne che dono di male trasforma.” Salvatore Quasimodo “Ogni incontro, discorso, paesaggio si trasforma attraverso la voce di Zavattini in categoria della sua anima che agisce in armonia con la natura e la società.” Salvatore Quasimodo “Avidamente allargo la mia mano Avidamente allargo la mia mano: dammi dolore cibo cotidiano.” Salvatore Quasimodo “Ma c'è in Esenin, evocatore di ritmi, luci, colori, odori, un'altra realtà; l'infanzia del suo linguaggio con immagini strappate ad ogni spirale logica e segni, quasi discografia distorta, che sfuggono alle architetture sintattiche abituali. (Riferita al poeta Sergej Aleksandrovic Esenin)” Salvatore Quasimodo “I filosofi, i nemici naturali dei poeti, e gli schedatori fissi del pensiero critico, affermano che la poesia (e tutte le arti), come le opere della natura, non subiscono mutamenti né attraverso né dopo una guerra. Illusione; perché la guerra muta la vita morale d'un popolo, e l'uomo, al suo ritorno, non trova più misure di certezza in un modus di vita interno, dimenticato o ironizzato durante le sue prove con la morte.” Salvatore Quasimodo “La rassegnazione alla solitudine, opposta al dolore lucreziano, avvicina a noi Virgilio più degli altri poeti latini dell'antichità classica.” Salvatore Quasimodo Tratta da: solitudine “Ma come è sempre tardi per amare.” Salvatore Quasimodo “La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio.” Salvatore Quasimodo 21 frasi di 'salvatore quasimodo' su 21 in archivio (Licenza foto: Pubblico dominio) Samuel Beckett ![]() ![]() ![]() ![]() Saffo
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