Quali furono le cause della Rivoluzione Francese?
Chiamata anche Prima Rivoluzione francese - per non essere confusa con quella scoppiata nel 1848 – si disputò nei dieci anni che vanno dal 1789 al 1799; periodo che secondo gli storici segna il passaggio all'età contemporanea.
Luigi XVI regnava incontrastato per diritto divino sulla Francia del XVIII secolo suddivisa socialmente in tre classi ben distinte: nobiltà e clero - che godevano di numerosi privilegi - e il terzo stato che costituiva la condizione sociale della maggior parte della popolazione, pesantemente afflitta dai tributi.
A questo squilibrata situazione sociale si aggiunsero la siccità del 1785 che provocò la decimazione degli animali da allevamento, il crollo della produzione industriale dell'anno successivo e un infausto 1788 in cui il raccolto fu talmente misero da provocare un insostenibile incremento del costo del pane, principale alimento del popolo.
Come se non bastasse, il predecessore al trono, Luigi XV, aveva sostenuto ingenti spese per portare avanti la guerra di indipendenza americana del 1775; denaro mancante dalle casse del successivo governo monarchico, per cui la Francia venne a trovarsi di fronte ad una pesante crisi finanziaria che Luigi XVI pensò bene di risolvere imponendo maggiori tasse esclusivamente al terzo stato. Questa strategia politica ebbe la sola conseguenza di far aumentare il debito pubblico e l'avversione del popolo nei confronti del sovrano e di sua moglie, l'austriaca Maria Antonietta.
Durante l'elezione dei deputati degli Stati Generali (organo di rappresentanza dei tre ceti sociali) le controversie politiche decollarono fino a che, alzando la testa, i membri del terzo stato si autoproclamarono “Deputati dei Comuni”, titolo dietro cui si cela l'intenzione di rappresentare l'intero Paese; allo stesso scopo nel 1789 si autodefinirono in una “Assemblea Nazionale” che potesse fare gli interessi di tutto il popolo.
Le prime mosse dell'Assemblea, che dichiarò illegali le imposte subite e si occupò della sussistenza dei bisognosi, fecero crescere la tenuta finanziaria del Paese.
La nobiltà era spaventata dall'avvicinamento dei Deputati al clero, che in numero sempre maggiore stava sposando la loro causa.
Luigi XVICosì Luigi XVI, col pretesto di dover eseguire dei lavori, prima fece chiudere la sala dove i Comuni usavano riunirsi, poi dichiarò pubblicamente di voler sciogliere l'Assemblea e tornare al vecchio stato di cose.
Ma i Comuni si sono fatti una promessa: non si fermeranno finché non otterranno una Costituzione. Sempre nel 1789 ottennero un primo segnale dal monarca che a questo scopo fondò l'”Assemblea Nazionale Costituente”. Di contro però, circondò con il suo esercito le città di Parigi, Versailles e Saint-Denis Sèvres; cacciò inoltre dalla Francia il politico Jacques Necker per essersi schierato dalla parte del popolo, gesto che scatenò l'immediata reazione della gente, le cui manifestazioni furono represse con la forza.
Stanco e oppresso da un clima di instabilità politica, sociale, economica e culturale, il popolo si ribellò e il 14 luglio del 1789 procedette alla volta della Bastiglia, simbolo del regime monarchico. Il resto, è storia.
Luigi XVI regnava incontrastato per diritto divino sulla Francia del XVIII secolo suddivisa socialmente in tre classi ben distinte: nobiltà e clero - che godevano di numerosi privilegi - e il terzo stato che costituiva la condizione sociale della maggior parte della popolazione, pesantemente afflitta dai tributi.
A questo squilibrata situazione sociale si aggiunsero la siccità del 1785 che provocò la decimazione degli animali da allevamento, il crollo della produzione industriale dell'anno successivo e un infausto 1788 in cui il raccolto fu talmente misero da provocare un insostenibile incremento del costo del pane, principale alimento del popolo.
Come se non bastasse, il predecessore al trono, Luigi XV, aveva sostenuto ingenti spese per portare avanti la guerra di indipendenza americana del 1775; denaro mancante dalle casse del successivo governo monarchico, per cui la Francia venne a trovarsi di fronte ad una pesante crisi finanziaria che Luigi XVI pensò bene di risolvere imponendo maggiori tasse esclusivamente al terzo stato. Questa strategia politica ebbe la sola conseguenza di far aumentare il debito pubblico e l'avversione del popolo nei confronti del sovrano e di sua moglie, l'austriaca Maria Antonietta.
Nel frattempo in Francia si faceva strada la corrente culturale dell'illuminismo, i cui valori vertono sui principi dell'eguaglianza, della ragione e del contratto sociale. Stimoli che si diffondono dapprima tra nobiltà e clero, poi tra il popolo, attratto dal modello monarchico costituzionale inglese e dalle ribellioni sociali che avevano provocato lo scoppio della precedente Rivoluzione Americana.
Durante l'elezione dei deputati degli Stati Generali (organo di rappresentanza dei tre ceti sociali) le controversie politiche decollarono fino a che, alzando la testa, i membri del terzo stato si autoproclamarono “Deputati dei Comuni”, titolo dietro cui si cela l'intenzione di rappresentare l'intero Paese; allo stesso scopo nel 1789 si autodefinirono in una “Assemblea Nazionale” che potesse fare gli interessi di tutto il popolo.
Le prime mosse dell'Assemblea, che dichiarò illegali le imposte subite e si occupò della sussistenza dei bisognosi, fecero crescere la tenuta finanziaria del Paese.
La nobiltà era spaventata dall'avvicinamento dei Deputati al clero, che in numero sempre maggiore stava sposando la loro causa.
Luigi XVI
Ma i Comuni si sono fatti una promessa: non si fermeranno finché non otterranno una Costituzione. Sempre nel 1789 ottennero un primo segnale dal monarca che a questo scopo fondò l'”Assemblea Nazionale Costituente”. Di contro però, circondò con il suo esercito le città di Parigi, Versailles e Saint-Denis Sèvres; cacciò inoltre dalla Francia il politico Jacques Necker per essersi schierato dalla parte del popolo, gesto che scatenò l'immediata reazione della gente, le cui manifestazioni furono represse con la forza.
Stanco e oppresso da un clima di instabilità politica, sociale, economica e culturale, il popolo si ribellò e il 14 luglio del 1789 procedette alla volta della Bastiglia, simbolo del regime monarchico. Il resto, è storia.
Tag: Guerre Rivoluzioni
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