Chi ha inventato internet?
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La storia di internet è articolata e coinvolge decenni di ricerca, una lunga serie di collaborazioni internazionali e numerosi sviluppi tecnologici. Comprendere chi ha dato vita a internet significa ripercorrere un percorso fatto di innovazioni, intuizioni e passaggi fondamentali.
L’origine militare: il progetto ARPANET
Tutto ha inizio negli Stati Uniti, in piena Guerra Fredda. Era il 1969 quando il Dipartimento della Difesa statunitense, tramite la sua agenzia ARPA (oggi DARPA), lanciò il progetto ARPANET. L’obiettivo era costruire una rete di comunicazione decentralizzata, in grado di resistere anche a un eventuale attacco nucleare. Il sistema doveva permettere a più computer distanti tra loro di comunicare in maniera diretta, senza passare da un punto centrale vulnerabile.

Router Arpanet IMP del 1968I primi nodi della rete vennero installati in quattro università americane: UCLA, Stanford, UC Santa Barbara e l’Università dello Utah. Il primo messaggio fu inviato da Los Angeles a Stanford il 29 ottobre 1969. Doveva essere la parola “login”, ma il sistema si bloccò dopo le prime due lettere: fu comunque un successo.
Chi sono i “padri di internet”?
Dare un solo nome sarebbe ingiusto. Tuttavia, due figure emergono con forza: Vinton Cerf e Robert Kahn. Furono loro, nei primi anni ’70, a sviluppare il protocollo TCP/IP, ovvero il linguaggio comune che ancora oggi permette ai computer di parlarsi tra loro attraverso internet. Il 1º gennaio 1983, questo protocollo divenne lo standard ufficiale, segnando di fatto la nascita di internet come lo intendiamo oggi.
In quel momento, ARPANET smise di essere solo una rete sperimentale per l’ambiente accademico e militare, e cominciò ad aprirsi verso il mondo. Cerf e Kahn sono spesso definiti i “padri di internet”, ma anche altri scienziati e tecnici ebbero ruoli fondamentali.
Dal laboratorio al pubblico: la diffusione commerciale e internazionale
Negli anni ’80 e primi ’90, la rete si allarga. Nascono i primi fornitori di accesso commerciali, i cosiddetti ISP (Internet Service Provider), e il numero di utenti cresce in modo costante. Un ruolo decisivo lo ha avuto il CERN di Ginevra: è qui che nel 1989 Tim Berners-Lee, un informatico britannico, sviluppa il concetto di World Wide Web.
Il Web non è internet in sé, ma una sua applicazione. Per dirla in modo semplice: internet è l’infrastruttura, la rete di collegamento, mentre il Web è il sistema che ci consente di navigare tra siti e pagine. Berners-Lee inventò il linguaggio HTML, il protocollo HTTP e il primo browser. La sua idea era rendere le informazioni accessibili e collegate, attraverso ipertesti cliccabili.
Un’invenzione collettiva
L’evoluzione di internet è un esempio lampante di innovazione collettiva. Ogni passaggio è stato reso possibile da ricerche precedenti e da una collaborazione tra università, governi e aziende.
Anche il modello aperto di internet ha facilitato la sua diffusione planetaria. Nessuna azienda singola possiede internet. Non esiste un “centro di controllo” unico. Ed è proprio questa caratteristica a renderlo potente e al tempo stesso fragile.
Oggi internet connette più di 5 miliardi di persone nel mondo. La sua struttura si è enormemente evoluta, e continua a farlo. La sfida attuale non è più solo tecnica, ma anche sociale, etica e politica: chi può accedere? Come garantire sicurezza e libertà?
L’origine militare: il progetto ARPANET
Tutto ha inizio negli Stati Uniti, in piena Guerra Fredda. Era il 1969 quando il Dipartimento della Difesa statunitense, tramite la sua agenzia ARPA (oggi DARPA), lanciò il progetto ARPANET. L’obiettivo era costruire una rete di comunicazione decentralizzata, in grado di resistere anche a un eventuale attacco nucleare. Il sistema doveva permettere a più computer distanti tra loro di comunicare in maniera diretta, senza passare da un punto centrale vulnerabile.

Router Arpanet IMP del 1968
Chi sono i “padri di internet”?
Dare un solo nome sarebbe ingiusto. Tuttavia, due figure emergono con forza: Vinton Cerf e Robert Kahn. Furono loro, nei primi anni ’70, a sviluppare il protocollo TCP/IP, ovvero il linguaggio comune che ancora oggi permette ai computer di parlarsi tra loro attraverso internet. Il 1º gennaio 1983, questo protocollo divenne lo standard ufficiale, segnando di fatto la nascita di internet come lo intendiamo oggi.
In quel momento, ARPANET smise di essere solo una rete sperimentale per l’ambiente accademico e militare, e cominciò ad aprirsi verso il mondo. Cerf e Kahn sono spesso definiti i “padri di internet”, ma anche altri scienziati e tecnici ebbero ruoli fondamentali.
Dal laboratorio al pubblico: la diffusione commerciale e internazionale
Negli anni ’80 e primi ’90, la rete si allarga. Nascono i primi fornitori di accesso commerciali, i cosiddetti ISP (Internet Service Provider), e il numero di utenti cresce in modo costante. Un ruolo decisivo lo ha avuto il CERN di Ginevra: è qui che nel 1989 Tim Berners-Lee, un informatico britannico, sviluppa il concetto di World Wide Web.
Il Web non è internet in sé, ma una sua applicazione. Per dirla in modo semplice: internet è l’infrastruttura, la rete di collegamento, mentre il Web è il sistema che ci consente di navigare tra siti e pagine. Berners-Lee inventò il linguaggio HTML, il protocollo HTTP e il primo browser. La sua idea era rendere le informazioni accessibili e collegate, attraverso ipertesti cliccabili.
Nel frattempo, anche l’Europa si affaccia alla rete. In Italia, l’evento simbolico che sancisce l’arrivo di internet è datato 30 aprile 1986, quando un computer del CNR di Pisa, in particolare dell’Istituto CNUCE, riesce a connettersi alla rete americana attraverso la stazione di Roaring Creek in Pennsylvania. È la prima volta che l’Italia si collega alla rete globale, diventando il quarto paese europeo a farlo. Pisa fu scelta per il suo ruolo pionieristico: lì era nato uno dei primi centri di calcolo italiani e l’ambiente era già pronto per gestire una sfida di quel livello.
Un’invenzione collettiva
L’evoluzione di internet è un esempio lampante di innovazione collettiva. Ogni passaggio è stato reso possibile da ricerche precedenti e da una collaborazione tra università, governi e aziende.
Anche il modello aperto di internet ha facilitato la sua diffusione planetaria. Nessuna azienda singola possiede internet. Non esiste un “centro di controllo” unico. Ed è proprio questa caratteristica a renderlo potente e al tempo stesso fragile.
Oggi internet connette più di 5 miliardi di persone nel mondo. La sua struttura si è enormemente evoluta, e continua a farlo. La sfida attuale non è più solo tecnica, ma anche sociale, etica e politica: chi può accedere? Come garantire sicurezza e libertà?
Tag: Internet
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