Perché Papa Prevost ha scelto il nome Leone XIV?
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Scopriamo perché Robert Francis Prevost ha scelto il nome di Luigi XIV

Scopriamo perché Robert Francis Prevost ha scelto il nome di Luigi XIV

La scelta del nome Leone XIV ha un riferimento diretto a Leone XIII, pontefice che guidò la Chiesa tra il 1878 e il 1903. Leone XIII è considerato uno dei papi più rilevanti dell’età moderna: fu il primo a cercare un vero dialogo tra la Chiesa e il mondo contemporaneo. La sua enciclica Rerum Novarum affrontò per la prima volta in modo organico le questioni del lavoro e della giustizia sociale. Scelse un linguaggio chiaro e vicino ai problemi della gente, aprendo la strada a una dottrina sociale cattolica che continua a essere riferimento ancora oggi.

La scelta di Leone XIV
Prevost, ora Leone XIV, ha un passato da missionario in Perù e una forte sensibilità per i temi legati alle comunità locali, ai poveri e agli emarginati. Scegliere proprio quel nome è un segnale preciso: intende raccogliere l’eredità di un papa che si è impegnato a tenere insieme la tradizione e l’apertura verso le sfide sociali del suo tempo. Non ha scelto un nome neutro o rassicurante, ma uno che richiama direttamente un programma pastorale e culturale.

Un simbolo di forza
In più, si tratta di un nome forte anche simbolicamente: il leone è un animale associato al coraggio, alla fermezza e alla guida. E dopo un lungo pontificato come quello di Francesco, segnato da grandi trasformazioni e aperture, la scelta di Leone sembra voler indicare determinazione nel guidare la Chiesa in un tempo nuovo.

Ladislav Nemet, arcivescovo di Belgrado ha aggiunto un particolare interessante che gli avrebbe rivelato lo stesso papa ad una cena: “Finora c’era Francesco che parlava coi lupi. Adesso abbiamo un Leone, che caccerà i lupi”

La sua biografia: Robert Francis Prevost è nato a Chicago nel 1955, in una famiglia semplice, senza troppo clamore. Fin da giovane ha scelto la strada del sacerdozio tra gli agostiniani, e poi ha preso e se n’è andato in Perù. Lì ha vissuto davvero a contatto con la gente, dentro le periferie vere, quelle dove la fede non è solo parole ma fatti.
Per anni è stato missionario, poi vescovo di Chiclayo, sempre con lo stesso stile: vicino ai poveri, concreto, senza formalismi. Nel 2023 papa Francesco l’ha chiamato a Roma, affidandogli il Dicastero per i Vescovi. Un incarico importante, che gestisce nomine delicate e scelte chiave per la Chiesa di domani.

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Tag: Papa  Religione  Vangelo  


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