Gli extraterrestri esistono?
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Per ora li abbiamo visti invadere le pagine dei libri e le sale cinematografiche, ritratti con una fisionomia molto simile alla nostra, fatta eccezione per il colorito verdastro, gli occhi sproporzionati, la testa deformata, i poteri paranormali e, spesso, un caratteraccio niente male unito al desiderio di conquistare la terra.
Ma esattamente che prove abbiamo per poterne dedurre l'esistenza? In altre parole, qual è il confine tra immaginazione e scienza?
Premesso che ad oggi non risulta fornita e disponibile alcuna prova certa ed inequivocabile sull'esistenza degli extraterrestri, i misteri che la storia ci pone davanti sono molti, e le testimonianze sulle forme di vita aliene sembrano avere origini antichissime. Alcuni studiosi infatti, ritengono che alcuni inspiegabili fenomeni lontani nel tempo possano essere le prove di un trascorso alieno sulla Terra. Testi sacri Indù, risalenti a più di 5mila anni fa, parlano ad esempio di gigantesche astronavi, le cosiddette “Vimana”, capaci di tanto di librarsi in cielo quanto di sprofondare negli abissi. Sembra addirittura che il primo disco voltante sia stato avvistato in Giappone già intorno al 1180; e molte altre sono le oscure briciole che, secondo alcuni, testimonierebbero il passaggio degli alieni dalla Terra. Strani geroglifici egizi ad esempio, o indizi rintracciati all'interno di famosissime opere pittoriche di fondamentale rilievo storico.
Probabile Ufo. New Jersey, 1952Anche i primi avvistamenti alieni risalgono a più di un secolo fa, e nel corso del tempo sono andati moltiplicandosi: solo in Italia, negli ultimi quattro anni, ben 56 sono stati gli oggetti non identificati visti apparire nel cielo. Uno dei misteri più fitti in questo senso, è il presunto schianto di una nave aliena avvenuto a Roswell nel 1947, evento tutt'oggi controverso.
Tantissimi sono anche i casi di probabili rapimenti emersi nel corso degli anni. Sebbene si sia poi scoperto che molti dei “sequestrati” soffrivano di carenze d'attenzione, e nonostante sia estremamente difficile acquisire delle prove certe, alcuni incontri ravvicinati del terzo tipo sono ancora avvolti dal mistero. Come quello avvenuto ai Barney e Betty Hill nel 1961, o il rapimento del '75 del taglialegna Travis Walton, risvegliatosi su un tavolo operatorio per essere studiato da scienziati di altre galassie.
Che si sappia, i principali studi di vita aliena mai intrapresi sono quelli del SETI Institute (Search for Extra-Terrestrial Intellicence), il programma che dal 1974 scandaglia l'universo inviando segnali radio e laser, per rintracciare forme di vita intelligente. Una caccia agli alieni che si concentra anche sulla ricerca di metano e ossigeno nelle atmosfere di altri pianeti, sia dentro che fuori dal Sistema Solare. Considerato che solo la nostra galassia contiene centinaia di miliardi di corpi celesti, non ci si può certo aspettare di risolvere l'enigma in tempi brevi. Per ottimizzare le ricerche, il SETI ha formulato alcune ipotesi; anzitutto quella che eventuali forme di vita condividano con noi la chimica del carbonio e la presenza dell'acqua. In secondo luogo, è utile focalizzare le ricerche nelle vicinanze di stelle quanto più possibile simili al Sole, che non siano cioè troppo grandi - in modo da avere un'aspettativa di vita superiore - ma nemmeno troppo piccole – per poter produrre sufficienti quantità di calore e luce.
Così facendo, il SETI ha inizialmente concentrato i suoi forzi sul migliaio di stelle simili al Sole che sono più vicine a noi. Ma a complicare l'indagine, restano comunque tutti i problemi legati alla giusta modulazione delle frequenze radio e alla presenza dei rumori di fondo, che impediscono di percepire segnali di debole intensità.
Nonostante non siano ancora state fatte scoperte in grado di sciogliere una volta per tutte il dubbio che attanaglia l'umanità, i più recenti progressi risalenti al 2012 guardano fuori dal Sistema Solare e annunciano la presenza di un pianeta estremamente somigliante al nostro, Kepler 186f, che si troverebbe distante da noi cinquecento anni luce, all'interno della Costellazione del Cigno. Il neo-scoperto pianeta orbita intorno a una stella nana grande la metà del nostro Sole, dovrebbe essere più grande della Terra di circa un 10% e, secondo le prime ipotesi, non sarebbe affatto improbabile trovarvi dell'acqua allo stato liquido.
C'è qualcuno che abita l'universo insieme a noi?
E' ancora presto per poterlo affermare con certezza, ma è senz'altro verosimile – dicono gli esperti – che all'interno del Sistema Solare ci siano le condizioni affinché una qualche forma di vita possa svilupparsi. Certo, non conoscendo con sicurezza neppure l'origine della Terra, è molto difficile formulare ipotesi che siano valide per altri pianeti e sulle quali sia possibile fondare ricerche esaustive. E' una sfida che solo il progresso ci permetterà di vincere e, secondo quanto afferma Seth Shostak – astronomo SETI – potremmo contattare altre forme di vita nel giro di una ventina d'anni, se i rubinetti dei finanziamenti resteranno aperti.
Ma esattamente che prove abbiamo per poterne dedurre l'esistenza? In altre parole, qual è il confine tra immaginazione e scienza?
Premesso che ad oggi non risulta fornita e disponibile alcuna prova certa ed inequivocabile sull'esistenza degli extraterrestri, i misteri che la storia ci pone davanti sono molti, e le testimonianze sulle forme di vita aliene sembrano avere origini antichissime. Alcuni studiosi infatti, ritengono che alcuni inspiegabili fenomeni lontani nel tempo possano essere le prove di un trascorso alieno sulla Terra. Testi sacri Indù, risalenti a più di 5mila anni fa, parlano ad esempio di gigantesche astronavi, le cosiddette “Vimana”, capaci di tanto di librarsi in cielo quanto di sprofondare negli abissi. Sembra addirittura che il primo disco voltante sia stato avvistato in Giappone già intorno al 1180; e molte altre sono le oscure briciole che, secondo alcuni, testimonierebbero il passaggio degli alieni dalla Terra. Strani geroglifici egizi ad esempio, o indizi rintracciati all'interno di famosissime opere pittoriche di fondamentale rilievo storico.
Probabile Ufo. New Jersey, 1952
Tantissimi sono anche i casi di probabili rapimenti emersi nel corso degli anni. Sebbene si sia poi scoperto che molti dei “sequestrati” soffrivano di carenze d'attenzione, e nonostante sia estremamente difficile acquisire delle prove certe, alcuni incontri ravvicinati del terzo tipo sono ancora avvolti dal mistero. Come quello avvenuto ai Barney e Betty Hill nel 1961, o il rapimento del '75 del taglialegna Travis Walton, risvegliatosi su un tavolo operatorio per essere studiato da scienziati di altre galassie.
Dopo la scoperta dei presunti “Canali di Marte” del 1877, Giovanni Schiapparelli credeva di aver trovato la soluzione dell'enigma. Dagli anni '40 in poi, con l'intensificarsi degli avvistamenti, è l'ufologia che tenta di svelare il mistero più lungo nella storia dell'umanità: siamo soli nell'universo?
Che si sappia, i principali studi di vita aliena mai intrapresi sono quelli del SETI Institute (Search for Extra-Terrestrial Intellicence), il programma che dal 1974 scandaglia l'universo inviando segnali radio e laser, per rintracciare forme di vita intelligente. Una caccia agli alieni che si concentra anche sulla ricerca di metano e ossigeno nelle atmosfere di altri pianeti, sia dentro che fuori dal Sistema Solare. Considerato che solo la nostra galassia contiene centinaia di miliardi di corpi celesti, non ci si può certo aspettare di risolvere l'enigma in tempi brevi. Per ottimizzare le ricerche, il SETI ha formulato alcune ipotesi; anzitutto quella che eventuali forme di vita condividano con noi la chimica del carbonio e la presenza dell'acqua. In secondo luogo, è utile focalizzare le ricerche nelle vicinanze di stelle quanto più possibile simili al Sole, che non siano cioè troppo grandi - in modo da avere un'aspettativa di vita superiore - ma nemmeno troppo piccole – per poter produrre sufficienti quantità di calore e luce.
Così facendo, il SETI ha inizialmente concentrato i suoi forzi sul migliaio di stelle simili al Sole che sono più vicine a noi. Ma a complicare l'indagine, restano comunque tutti i problemi legati alla giusta modulazione delle frequenze radio e alla presenza dei rumori di fondo, che impediscono di percepire segnali di debole intensità.
Nonostante non siano ancora state fatte scoperte in grado di sciogliere una volta per tutte il dubbio che attanaglia l'umanità, i più recenti progressi risalenti al 2012 guardano fuori dal Sistema Solare e annunciano la presenza di un pianeta estremamente somigliante al nostro, Kepler 186f, che si troverebbe distante da noi cinquecento anni luce, all'interno della Costellazione del Cigno. Il neo-scoperto pianeta orbita intorno a una stella nana grande la metà del nostro Sole, dovrebbe essere più grande della Terra di circa un 10% e, secondo le prime ipotesi, non sarebbe affatto improbabile trovarvi dell'acqua allo stato liquido.
C'è qualcuno che abita l'universo insieme a noi?
E' ancora presto per poterlo affermare con certezza, ma è senz'altro verosimile – dicono gli esperti – che all'interno del Sistema Solare ci siano le condizioni affinché una qualche forma di vita possa svilupparsi. Certo, non conoscendo con sicurezza neppure l'origine della Terra, è molto difficile formulare ipotesi che siano valide per altri pianeti e sulle quali sia possibile fondare ricerche esaustive. E' una sfida che solo il progresso ci permetterà di vincere e, secondo quanto afferma Seth Shostak – astronomo SETI – potremmo contattare altre forme di vita nel giro di una ventina d'anni, se i rubinetti dei finanziamenti resteranno aperti.
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