
Quando è stata scritta la Costituzione italiana?
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E' l'indiscussa e magnanima regina nel nostro moderno assetto democratico, quella che chiede al popolo assoluta devozione e poi combatte al suo fianco in difesa della libertà.
E' il principio attivo della repubblica, quello che obbliga a seguire la dieta della ragione per proteggerci dai virus epidemici del passato, scongiurando la morte per ingiustizia del nostro paese. E' il corso di autodifesa del diritto, che ti insegna a prendere a pugni i malintenzionati, mentre anche tu incassi lezioni di vita. E' l'unico e solo menù del ristorante Italia e sebbene la sua attuazione sia essenziale a garantire l'equilibrio socio-politico, la storia della Carta Costituzionale è relativamente recente.
Per conoscere il suo più lontano antenato dobbiamo tornare al 1848, quando con l'incompleto “Statuto Albertino”, Carlo Alberto di Savoia cercò di dare legittimità alla propria monarchia costituzionale nel nascente Regno di Sardegna.
Il 17 marzo del 1861, con il configurarsi del Regno d'Italia e l'ascesa di Vittorio Emanuele II di Savoia, sorse nel nostro paese anche una nuova epoca giuridica che trasformò la nostra configurazione politica in una monarchia parlamentare. Dotato del nuovo organo legislativo, in una quarantina d'anni il Regno d'Italia estese il diritto di voto all'intera popolazione maschile. Intorno al 1929 lo Statuto Albertino capitò nelle mani del fascismo, che lo modificò per conservare il potere.
Con il Decreto Legislativo numero 151 del '44, Umberto I di Savoia stabiliva perciò che la Costituzione sarebbe stata redatta da un nuovo organo, l'Assemblea Costituente, i cui membri furono eletti democraticamente con sistema proporzionale.
Il 2 giugno del 1946, quando gli italiani furono chiamati a votare per il Referendum Istituzionale che portò alla fondazione della Repubblica, scelsero anche i deputati che avrebbero fatto parte dell'Assemblea. Le prime elezioni a suffragio universale premiarono nell'ordine: la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista ed il Partito Comunista. Il democristiano Alcide De Gasperi fu il primo capo di governo dell'Italia repubblicana, guidando un governo di unità nazionale.
I 556 uomini di Stato incaricati di dotare il paese di un nuovo ordinamento normativo si riunirono al tavolo della costituente a partire dal 26 giugno del 1946 e nel luglio dello stesso anno vennero scelti tra loro i membri della cosiddetta “Commissione dei 75”, l'organismo presieduto da Meuccio Ruini che fino al febbraio del '47 si occupò del concepimento e della stesura della nostra Carta Costituente.
Esaminati ognuno dei 139 articoli e relativi comma, il 22 dicembre del '47 l'Assemblea Costituente ne approva il contenuto; cinque giorni dopo il liberale Enrico De Nicola – eletto presidente provvisorio – la promulga.
Dal primo gennaio del 1948, mentre nonno “Statuto Albertino” compie cento anni, entra in vigore la neonata Costituzione della Repubblica Italiana; il trionfo della sovranità popolare, unico strumento in grado di tenere il ritmo della democrazia.
E' il principio attivo della repubblica, quello che obbliga a seguire la dieta della ragione per proteggerci dai virus epidemici del passato, scongiurando la morte per ingiustizia del nostro paese. E' il corso di autodifesa del diritto, che ti insegna a prendere a pugni i malintenzionati, mentre anche tu incassi lezioni di vita. E' l'unico e solo menù del ristorante Italia e sebbene la sua attuazione sia essenziale a garantire l'equilibrio socio-politico, la storia della Carta Costituzionale è relativamente recente.
Per conoscere il suo più lontano antenato dobbiamo tornare al 1848, quando con l'incompleto “Statuto Albertino”, Carlo Alberto di Savoia cercò di dare legittimità alla propria monarchia costituzionale nel nascente Regno di Sardegna.
Il 17 marzo del 1861, con il configurarsi del Regno d'Italia e l'ascesa di Vittorio Emanuele II di Savoia, sorse nel nostro paese anche una nuova epoca giuridica che trasformò la nostra configurazione politica in una monarchia parlamentare. Dotato del nuovo organo legislativo, in una quarantina d'anni il Regno d'Italia estese il diritto di voto all'intera popolazione maschile. Intorno al 1929 lo Statuto Albertino capitò nelle mani del fascismo, che lo modificò per conservare il potere.
Il buco nero della giustizia iniziò lentamente a chiudersi a partire dal 25 luglio del 1943 con il graduale tracollo fascista e l'avvento di una nuova fase politica: cinque anni di transizione inaugurati dal generale Pietro Badoglio - eletto capo di Stato - nel corso dei quali la recente frammentazione politica rese evidente l'impossibilità di modificare ulteriormente lo Statuto.
Con il Decreto Legislativo numero 151 del '44, Umberto I di Savoia stabiliva perciò che la Costituzione sarebbe stata redatta da un nuovo organo, l'Assemblea Costituente, i cui membri furono eletti democraticamente con sistema proporzionale.

Risultati elezioni Assemblea Costituente del 2 giugno 1946
I 556 uomini di Stato incaricati di dotare il paese di un nuovo ordinamento normativo si riunirono al tavolo della costituente a partire dal 26 giugno del 1946 e nel luglio dello stesso anno vennero scelti tra loro i membri della cosiddetta “Commissione dei 75”, l'organismo presieduto da Meuccio Ruini che fino al febbraio del '47 si occupò del concepimento e della stesura della nostra Carta Costituente.
Esaminati ognuno dei 139 articoli e relativi comma, il 22 dicembre del '47 l'Assemblea Costituente ne approva il contenuto; cinque giorni dopo il liberale Enrico De Nicola – eletto presidente provvisorio – la promulga.
Dal primo gennaio del 1948, mentre nonno “Statuto Albertino” compie cento anni, entra in vigore la neonata Costituzione della Repubblica Italiana; il trionfo della sovranità popolare, unico strumento in grado di tenere il ritmo della democrazia.
Tag: Costituzione
Licenza foto #1 Repubblica italiana: Carnby - CC BY-SA 3.0 foto modificata
Licenza foto #2 Prima pagina della Costituzione: Gusme - CC BY foto modificata
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