Che fine faranno le 40 navi della Global Sumud Flotilla?
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Scopriamo il destino che attende le circa 40 navi sequestrate

Scopriamo il destino che attende le circa 40 navi sequestrate

La flottiglia denominata Global Sumud Flotilla, nata per portare portare aiuti simbolici a Gaza, si è trasformata nel tempo in una protesta simbolica con l'obiettivo di forzare il blocco israeliano. Formata da attivisti, medici, giornalisti e figure pubbliche di molti Paesi, è stata intercettata dalla marina israeliana e sequestrata.
In seguito le autorità pubbliche israeliane, hanno affermato che la flottiglia era composta da “molti attivisti”, ma che “non è stato trovato alcun aiuto” a bordo, diversi attivisti sono stati arrestati e poi liberati per essere trasferiti nei paesi di origine.

Ma che fine faranno le 40 navi?
Con la fine della missione molti si chiedono che fine faranno le navi sequestrate.
Per rispondere basta analizzare quanto è successo negli ultimi anni ha chi ha tentato di rompere il blocco navale israeliano nel 2010, 2011 e 2018.
Ebbene le imbarcazioni sono state sequestrate e portate in porti israeliani, di solito ad Ashdod.
Lì le navi sono state sottoposte a controlli accurati e raramente restituite: alcune sono state distrutte o smantellate, altre lasciate a deteriorarsi nei cantieri militari.
In rari casi, le organizzazioni promotrici hanno cercato di riaverle legalmente, ma con scarso successo.
Secondo alcune fonti giornalistiche non ufficiali, in questa occasione (considerando il numero elevato delle navi) è possibile che alcune vengano riadattate ad uso civile e donate a pescatori o società turistiche israeliane.

Approfondiamo l'argomento con alcune domande ricorrenti e (FAQ)

Chi finanzia realmente le missioni della Flotilla?
Formalmente le missioni vengono sostenute da una rete di ONG e associazioni di vari Paesi o da finanziatori privati. Israele sostiene invece che dietro ci siano gruppi vicini a Hamas affermando che sono emersi documenti a Gaza che proverebbero il “coinvolgimento diretto” di Hamas nell’organizzazione e nel finanziamento. Una lettera del 2021, firmata da Ismail Haniyeh, menzionerebbe il PCPA come struttura implicata nel promuovere l’azione navale.
Gli organizzatori negano, parlano solo di propaganda e raccolte di fondi pubbliche.

Che cosa succede agli attivisti una volta fermati?
Come nella missione del 2025, di solito vengono trattenuti per qualche ora o qualche giorno, interrogati e poi espulsi. In passato ci sono stati anche episodi più tesi, ma nella maggior parte dei casi vengono rimpatriati rapidamente. Molti raccontano di trattamenti duri, ma sempre brevi.

Israele può fermare una nave in acque internazionali?
È un punto controverso. Israele sostiene che lo può fare per motivi di sicurezza, richiamandosi al diritto marittimo in caso di blocchi riconosciuti. Alcuni giuristi contrari, però, dicono che si tratta di una violazione del diritto internazionale. È un dibattito aperto e soprattutto tutto politico.


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Tag: Politica  Paesi  Navi  Israele  









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