Cosa sono le luci di Hessdalen?
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All'inizio degli anni '80 Nils Kare Nesvold e Per Holden dirigendosi verso la cittadina norvegese di Vongraven avvistarono nel cielo quella che sembrava essere una grossa stella, capace di muoversi in maniera per lo più rettilinea a velocità variabile. Nel giro di poco tempo nella valle di Hessdalen, a sud del comune di Trondheim, gli avvistamenti dei misteriosi oggetti luminosi si intensificarono attirando l'attenzione dei curiosi, dei media e degli astronomi, nonché alimentando spiegazioni basate su presunte manifestazioni aliene.
Ciò che si può osservare a Hessdalen nei cieli notturni e, meno frequentemente, in quelli diurni, è la comparsa di dischi splendenti dalla forma estremamente varia che possono raggiungere anche i 30 metri di dimensione. Le bolle luminose fluttuano a mezz'aria e alternano momenti di stasi a movimenti improvvisi e rapidissimi che toccano anche velocità pari a 85 mila m/s. Le loro apparizioni si concentrano nella fascia oraria tra le 22 e l'01 di notte, in prossimità delle montagne, ma non a una quota particolare.
Prima di scomparire le luci di Hessdalen possono rimanere sospese nel cielo per ore e la loro manifestazione, imprevedibile e sempre più frequente, non si ripete mai allo stesso modo. Possono assumere un solo colore, tendenzialmente blu, giallo o rosso, oppure apparire policromatiche e la loro intensità luminosa può variare fino a permettere l'irraggiamento di tutta la vallata.
Una delle ipotesi più accreditate consiste nell'attribuire gli eventi luminosi a misteriosi fenomeni di combustione aerea di grossi ammassi di polvere costituiti da scandio, un metallo trivalente che fa parte delle cosiddette “terre rare” e di cui è composto il terreno della valle.
Più recentemente un gruppo di scienziati ha formulato l'ipotesi della “pila naturale”, che si creerebbe quando il rame e lo zolfo contenuti nelle antiche miniere del luogo entrano in contatto con il ferro proveniente dalle rocce delle montagne adiacenti. In questo modo si originerebbe una pila in grado di trasportare le particelle elettriche da cui le intermittenze luminose avrebbero origine. Sebbene la teoria sia ancora da comprovare, riuscirebbe anche a spiegare il motivo per cui la frequenza del fenomeno luminoso è maggiore durante le aurore, quando il Sole rilascia particelle caricate elettricamente.
Ma nonostante il fenomeno venga ormai studiato da diverse decine di anni, i ricercatori di tutto il mondo non sono ancora riusciti a spiegare una volta per tutte la loro presenza nei cieli norvegesi. In assenza di validi chiarimenti scientifici, non resta altro da fare che godersi l'incredibile spettacolo.
Ciò che si può osservare a Hessdalen nei cieli notturni e, meno frequentemente, in quelli diurni, è la comparsa di dischi splendenti dalla forma estremamente varia che possono raggiungere anche i 30 metri di dimensione. Le bolle luminose fluttuano a mezz'aria e alternano momenti di stasi a movimenti improvvisi e rapidissimi che toccano anche velocità pari a 85 mila m/s. Le loro apparizioni si concentrano nella fascia oraria tra le 22 e l'01 di notte, in prossimità delle montagne, ma non a una quota particolare.
Luci di Hessdalen
Le luci avvistate nel 2001 si presentarono simili a delle grosse palle intermittenti; dall'analisi spettrografica risultarono non avere una forma perfettamente sferica ma essere composte da una porzione simile ad un nucleo circondato da un'aura evanescente. Ulteriori studi sembrano dimostrare che siano formate da grappoli luminosi più piccoli generati dallo stesso nucleo intorno a cui vibrano. Da studi fisici sembra inoltre che le luci di Hessdalen assumano il comportamento del plasma, piuttosto raro sulla Terra ma estremamente abbondante nell'Universo, materia che sarebbe capace di generare un potente campo elettromagnetico.
Una delle ipotesi più accreditate consiste nell'attribuire gli eventi luminosi a misteriosi fenomeni di combustione aerea di grossi ammassi di polvere costituiti da scandio, un metallo trivalente che fa parte delle cosiddette “terre rare” e di cui è composto il terreno della valle.
Più recentemente un gruppo di scienziati ha formulato l'ipotesi della “pila naturale”, che si creerebbe quando il rame e lo zolfo contenuti nelle antiche miniere del luogo entrano in contatto con il ferro proveniente dalle rocce delle montagne adiacenti. In questo modo si originerebbe una pila in grado di trasportare le particelle elettriche da cui le intermittenze luminose avrebbero origine. Sebbene la teoria sia ancora da comprovare, riuscirebbe anche a spiegare il motivo per cui la frequenza del fenomeno luminoso è maggiore durante le aurore, quando il Sole rilascia particelle caricate elettricamente.
Ma nonostante il fenomeno venga ormai studiato da diverse decine di anni, i ricercatori di tutto il mondo non sono ancora riusciti a spiegare una volta per tutte la loro presenza nei cieli norvegesi. In assenza di validi chiarimenti scientifici, non resta altro da fare che godersi l'incredibile spettacolo.
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