I miei genitori non appartenevano propriamente a una tribł stanziale. Si erano trasferiti molte volte da un posto all'altro, fino a quando si fermarono per un periodo pił lungo vicino a una scuola di provincia, lontani da qualsiasi strada che potesse definirsi tale e dalla stazione ferroviaria. Il solo uscire e superare la strada sterrata per andare in paese costituiva gią un viaggio. Poi c'erano la spesa, le faccende burocratiche egli uffici comunali, il parrucchiere in piazza vicino al municipio, sempre con lo stesso grembiule lavato e candeggiato senza risultato, perché la tinta per capelli delle clienti gli aveva impresso macchie che sembravano ideogrammi cinesi. La mamma si tingeva i capelli e il papą l'aspettava nel bar Nowa, seduto a uno dei tavolini all'esterno, leggendo il giornale locale sul quale la rubrica pił interessante era quella di cronaca nera, con notizie su scantinati depredati di marmellate di prugne e cetriolini. Da: I vagabondi - Bompiani