
Come sarà l'uomo tra 3000 anni?
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Quali potrebbero essere le evoluzioni dell'uomo pensando ad un futuro lontano, ad esempio fra tremila anni? Sarà in grado di adattarsi all'ambiente circostante? E in che modo?
A rispondere a queste domande ci ha pensato il paleontologo inglese Matthew Skinner, professore dell'Università di Kent, che ha delineato varie ipotesi in base ai diversi habitat in cui l'uomo potrebbe trovarsi a vivere. Di seguito i tre diversi profili evolutivi ipotizzati, nel caso il genere umano si trovasse costretto a vivere in acqua, nel ghiaccio o nello spazio.
In un mondo di acqua
Ipotizzando una vita in un mondo fatto di acqua, gli essere umani sarebbero probabilmente costretti a sviluppare piedi e mani palmati, mentre i loro occhi saranno dotati di una membrana nittitante, ovvero una terza palpebra trasparente che calando sull'occhio sarebbe in grado di proteggerlo e mantenerlo idratato senza però ridurre la visibilità. L'uomo potrebbe inoltre sviluppare anche delle branchie come aiuto nella respirazione, l'estrazione di ossigeno dall'acqua e la consegna al flusso sanguigno.
Se in futuro l'uomo dovesse affrontare una vita sul ghiaccio la sua pelle diventerebbe molto più chiara, per aiutarlo a produrre più vitamina D a causa della minore luce solare. Il naso e le dimensioni del volto aumenterebbero per permettere l'aria fredda inalata a diventare più calda nel suo passaggio attraverso il naso. Il corpo sarebbe più muscoloso per procacciare cibo e materie prime in condizioni estreme.
In un mondo spaziale
Costretto a viaggiare e vivere nello spazio, l'uomo cambierebbe abitudini alimentari, il cibo sarebbe probabilmente liquido o concentrato in pillole, dunque i denti sarebbero più piccoli, come di conseguenza anche la mascella e la bocca che servirà solo per deglutire. Inoltre con l'assenza di gravità, non essendoci più la necessità di camminare, le gambe si accorcerebbero e le braccia si allungherebbero. Si svilupperebbero anche alluci opponibili, poiché anche i piedi diventerebbero utili per afferrare cose. In generale, con la mancanza di predatori naturali, le dimensioni del corpo si ridurrebbero.
A rispondere a queste domande ci ha pensato il paleontologo inglese Matthew Skinner, professore dell'Università di Kent, che ha delineato varie ipotesi in base ai diversi habitat in cui l'uomo potrebbe trovarsi a vivere. Di seguito i tre diversi profili evolutivi ipotizzati, nel caso il genere umano si trovasse costretto a vivere in acqua, nel ghiaccio o nello spazio.
In un mondo di acqua

Piedi palmati
In un mondo di ghiaccio

Peli e capelli folti, pelle chiara
In un mondo spaziale

Mandibola stretta e denti piccoli
Tag: Evoluzione Habitat
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