
Come si crea il fumo bianco del Papa?

Scopri cosa produce il fumo bianco che annuncia l’elezione del Papa.
Da cosa nasce quel fumo bianco che annuncia al mondo l’elezione di un nuovo Papa? Se te lo sei chiesto almeno una volta nella vita mentre guardavi la folla assiepata in Piazza San Pietro con il naso all’insù dopo l'annuncio in latino 'Habemus Papam' (abbiamo il Papa)... beh, non sei solo. Anzi, sei in ottima compagnia.
Il rito della fumata bianca è una delle tradizioni più affascinanti (e teatrali) della Chiesa Cattolica. Dura pochi istanti, ma dietro quel fumo che sale dal comignolo della Cappella Sistina c’è molto più di un semplice fuoco. E no, non si tratta solo di bruciare un foglio di carta con scritto sopra il nome del nuovo Papa.
Per secoli, i cardinali semplicemente bruciavano le schede elettorali: se l’elezione non era andata a buon fine, aggiungevano della paglia umida per far salire fumo nero. Ma... sorpresa: non funzionava granché. Il colore spesso era ambiguo, grigio, incerto. Una via di mezzo che mandava nel panico i giornalisti e lasciava il popolo con mille dubbi. Insomma, tutto tranne che un segnale chiaro.
Oggi invece si fa tutto in modo più scientifico. Il segreto sta in una macchina per fumate, una sorta di “generatore di segnali celesti” installata accanto alla stufa dove vengono effettivamente bruciate le schede. In questa macchina, dei tecnici preparano delle cartucce chimiche: quelle per il fumo bianco contengono perclorato di potassio, lattosio e pino resinato. Quando queste sostanze bruciano insieme, producono una densa colonna di fumo bianco ben visibile anche da lontano.
E il fumo nero? Un altro mix: perclorato di potassio, antrachinone e zolfo. Ecco fatto. Tutto controllato, calibrato e testato con cura. Altro che improvvisazione.
Ora, vuoi un dettaglio curioso? I tecnici che si occupano delle fumate devono rispettare delle precise sequenze e tempistiche. Il fumo deve uscire per almeno 7 minuti per essere considerato “ufficiale”. E se sbagliano formula? Il rischio è grosso: mandare in tilt milioni di fedeli, far impazzire le redazioni di mezzo mondo e costringere il Vaticano a spiegazioni imbarazzanti.
Ma allora, è ancora un segno "divino" o solo un trucco da laboratorio? Qui ognuno può farsi la propria idea. Quel che è certo è che, quando la fumata si fa bianca, il mondo trattiene il fiato. Perché, trucco chimico o no, quel momento resta uno dei simboli più potenti della spiritualità cattolica.
Altre curiosità
È vero che il fumo bianco viene dalla carta bruciata?
Perché si usa il fumo per annunciare l'elezione del Papa?
È un modo antico e simbolico per comunicare l'esito del Conclave. Il fumo bianco indica che un nuovo Papa è stato eletto, mentre il fumo nero segnala che non c'è ancora un accordo tra i cardinali.
Come si ottiene il fumo bianco?
Si bruciano le schede elettorali insieme a una miscela di sostanze chimiche: clorato di potassio, lattosio e colofonia. Questo mix produce un fumo denso e bianco, visibile anche da lontano.
Il fumo è tossico?
Contiene sostanze chimiche, quindi non è consigliabile inalarlo da vicino. Tuttavia, viene emesso in alto e si disperde rapidamente, quindi non rappresenta un pericolo per le persone in piazza.
Chi decide quando far uscire il fumo?
Dopo ogni votazione, i cardinali bruciano le schede. Se un Papa è stato eletto, aggiungono la miscela per il fumo bianco; altrimenti, quella per il fumo nero. Il tutto avviene all'interno della Cappella Sistina.
È mai successo che il colore del fumo fosse ambiguo?
Sì, in passato ci sono stati casi in cui il fumo era difficile da interpretare, causando confusione tra i fedeli. Per questo motivo, dal 2005, il Vaticano accompagna la fumata bianca con il suono delle campane per rendere l'annuncio più chiaro.
Il rito della fumata bianca è una delle tradizioni più affascinanti (e teatrali) della Chiesa Cattolica. Dura pochi istanti, ma dietro quel fumo che sale dal comignolo della Cappella Sistina c’è molto più di un semplice fuoco. E no, non si tratta solo di bruciare un foglio di carta con scritto sopra il nome del nuovo Papa.
Per secoli, i cardinali semplicemente bruciavano le schede elettorali: se l’elezione non era andata a buon fine, aggiungevano della paglia umida per far salire fumo nero. Ma... sorpresa: non funzionava granché. Il colore spesso era ambiguo, grigio, incerto. Una via di mezzo che mandava nel panico i giornalisti e lasciava il popolo con mille dubbi. Insomma, tutto tranne che un segnale chiaro.
Oggi invece si fa tutto in modo più scientifico. Il segreto sta in una macchina per fumate, una sorta di “generatore di segnali celesti” installata accanto alla stufa dove vengono effettivamente bruciate le schede. In questa macchina, dei tecnici preparano delle cartucce chimiche: quelle per il fumo bianco contengono perclorato di potassio, lattosio e pino resinato. Quando queste sostanze bruciano insieme, producono una densa colonna di fumo bianco ben visibile anche da lontano.
E il fumo nero? Un altro mix: perclorato di potassio, antrachinone e zolfo. Ecco fatto. Tutto controllato, calibrato e testato con cura. Altro che improvvisazione.
Ora, vuoi un dettaglio curioso? I tecnici che si occupano delle fumate devono rispettare delle precise sequenze e tempistiche. Il fumo deve uscire per almeno 7 minuti per essere considerato “ufficiale”. E se sbagliano formula? Il rischio è grosso: mandare in tilt milioni di fedeli, far impazzire le redazioni di mezzo mondo e costringere il Vaticano a spiegazioni imbarazzanti.
Ma allora, è ancora un segno "divino" o solo un trucco da laboratorio? Qui ognuno può farsi la propria idea. Quel che è certo è che, quando la fumata si fa bianca, il mondo trattiene il fiato. Perché, trucco chimico o no, quel momento resta uno dei simboli più potenti della spiritualità cattolica.

È vero che il fumo bianco viene dalla carta bruciata?
No. O meglio: una volta sì, ma ora no. Oggi servono sostanze chimiche precise, non bastano le schede. Il bianco deve essere chiaro, visibile, inconfondibile. E la carta da sola non ce la fa.
Perché si usa il fumo per annunciare l'elezione del Papa?
È un modo antico e simbolico per comunicare l'esito del Conclave. Il fumo bianco indica che un nuovo Papa è stato eletto, mentre il fumo nero segnala che non c'è ancora un accordo tra i cardinali.
Come si ottiene il fumo bianco?
Si bruciano le schede elettorali insieme a una miscela di sostanze chimiche: clorato di potassio, lattosio e colofonia. Questo mix produce un fumo denso e bianco, visibile anche da lontano.
Il fumo è tossico?
Contiene sostanze chimiche, quindi non è consigliabile inalarlo da vicino. Tuttavia, viene emesso in alto e si disperde rapidamente, quindi non rappresenta un pericolo per le persone in piazza.
Chi decide quando far uscire il fumo?
Dopo ogni votazione, i cardinali bruciano le schede. Se un Papa è stato eletto, aggiungono la miscela per il fumo bianco; altrimenti, quella per il fumo nero. Il tutto avviene all'interno della Cappella Sistina.
È mai successo che il colore del fumo fosse ambiguo?
Sì, in passato ci sono stati casi in cui il fumo era difficile da interpretare, causando confusione tra i fedeli. Per questo motivo, dal 2005, il Vaticano accompagna la fumata bianca con il suono delle campane per rendere l'annuncio più chiaro.
Tag: Religione Chimica Esperimenti
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