La gara di corsa su strada più nota e lunga, la maratona, deve il suo nome alla città greca in cui si tenne un'impresa incredibile. Ci racconta Erodoto che Filippide era un emerodromo dell'antica Grecia, vale a dire un corridore che portava messaggi politici; la sua attività consisteva infatti nel portare informazioni da un punto ad un altro della Grecia correndo.

In occasione della guerra tra ateniesi e persiani, quest'uomo percorse 500 km in meno di due giorni per cercare il sostegno degli spartani e poi, in seguito alla vittoria ateniese ripartì da Maratona, che si trova al sud della Grecia, e raggiunse lo Stadio Panathinaiko di Atene. Corse senza sosta per 40 km e quando arrivò fece giusto in tempo ad urlare “Nenikékamen”, che significa “Abbiamo vinto”, e poi crollò stremato al suolo, privo di vita.

Fu Michel Bréal a volerlo omaggiare nel 1896 e chiese quindi a Pierre de Coubertin se poteva inserire tra i giochi olimpici anche una prova di corsa di 40 km circa, da chiamare appunto maratona. Il padre delle Olimpiadi moderne fu ben lieto di accettare la proposta e 17 atleti uomini il 10 aprile 1896 si recarono ad Atene e parteciparono alla prima maratona olimpica. Tra di loro ci doveva essere anche un italiano, Carlo Airoldi, ma non venne ammesso alla gara in quanto, dato che aveva già partecipato a gare di 50 km, venne considerato un professionista.

Con il tempo di 2h58'50'' fu il greco Spiridon Louis, di 23 anni, a vincere la prima maratona ufficiale della storia.