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![]() Frasi di Giosuč Carducci La scheda di Giosuč Carducci Poeta e scrittoreNascita: Pietrasanta (Toscana) il 27/7/1835, data morte il 16/2/1907 Si trasferisce nella cittadina toscana di Bolgheri per seguire il padre, medico dal forte spirito politico, tanto che le agitazioni dei moti rivoluzionari costringono la famiglia a spostarsi tra Castagneto – oggi Castagneto Carducci – e Lajatico, per poi stabilirsi a Firenze. Si laurea alla Scuola Normale di Pisa e poi lavora in provincia come insegnante di retorica. Dopo la perdita del padre e la prima infruttuosa poesia “Rime di San Miniato”, nel 1859 sposa Elvira Menicucci, conosciuta negli anni della scuola, con cui mette al mondo due bambine. Nel fervido ambiente culturale di Bologna prosegue fino al 1904 l'impegno come docente universitario, mentre dŕ alle stampe il volume “Poesie”, contenente le raccolte di stampo politico e non dei “Levia gravia”, “Decennali” e “Juvenilia”, seguite dalle prime liriche del 1873 intitolate “Odi barbare” con si consacra alla letteratura. Dedica al figlio Dante, deceduto in tenera etŕ, i versi di “Pianto antico” e all'amata nonna quelli di “Davanti San Guido”. Abbandonate le polemiche verso la monarchia, nel 1890 viene eletto senatore del regno d'Italia e piů tardi, nel 1906, l'intensa attivitŕ poetica gli vale il titolo di primo italiano a conquistare il Premio Nobel per la letteratura, trofeo mai ritirato a causa della cirrosi epatica che l'anno dopo gli provoca la morte. ![]() La piů letta di “Giosuč carducci” “Nostalgia Tra le nubi ecco il turchino Cupo ed umido prevale: Sale verso l'Apennino Brontolando il temporale. Oh se il turbine cortese Sovra l'ala aquilonar Mi volesse al bel paese Di Toscana trasportar! Non d'amici o di parenti Lŕ m'invita il cuore e il volto: Chi m'arrise a i dí ridenti Ora č savio od č sepolto. Né di viti né d'ulivi Bel desio mi chiama lŕ: Fuggirei da' lieti clivi Benedetti d'ubertŕ. De le mie cittadi i vanti E le solite canzoni Fuggirei: vecchie ciancianti A marmorei balconi! Dove raro ombreggia il bosco Le maligne crete, e al pian Di rei sugheri irto e fosco I cavalli errando van Lŕ in maremma ove fiorío La mia triste primavera, Lŕ rivola il pensier mio Con i tuoni e la bufera: Lŕ nel ciel nero librarmi La mia patria a riguardar, Poi co 'l tuon vo' sprofondarmi Tra quei colli ed in quel mar. ” Giosuč Carducci “Pianto Antico L'albero a cui tendevi la pargoletta mano il verde melograno da' bei vermigli fior. Nel muto orto solingo rinverdě tutto or ora e giugno lo ristora di luce e di calor. Tu fior de la mia pianta percorsa e inaridita, tu de l'inutil vita estremo unico fior, sei ne la terra fredda, sei ne la terra negra; né il sol piů ti rallegra né ti risveglia amor.” Giosuč Carducci Inserita: 03/10/2012 “San Martino La nebbia a gl' irti colli piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; ma per le vie del borgo dal ribollir de' tini va l'aspro odor dei vini l'anime a rallegrar. Gira su' ceppi accesi lo spiedo scoppiettando: sta il cacciator fischiando su l'uscio a rimirar Tra le rossastre nubi stormi d'uccelli neri, com'esuli pensieri, nel vespero migrar.” Giosuč Carducci Inserita: 18/09/2012 “I giovini non possono generalmente esser critici; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica č per gli anni maturi.” Giosuč Carducci Tratta da: Confessioni e battaglie - Zanichelli “Č pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti!” Giosuč Carducci Tratta da: Confessioni e battaglie - Zanichelli “Sogno d'estate Sognai, placide cose dč miei novelli anni sognai. Non piů libri: la stanza dal sole di luglio affocata, rintronata da i carri rotolanti su 'l ciottolato da la cittŕ, slargossi: sorgeanmi intorno i miei colli, cari selvaggi colli che il giovane april rifioria.” Giosuč Carducci “Tedio invernale Ma ci fu dunque un giorno Su questa terra il sole? Ci fur rose e viole, Luce, sorriso, ardor? Ma ci fu dunque un giorno La dolce giovinezza, La gloria e la bellezza, Fede, virtude, amor? Ciň forse avvenne a i tempi D'Omero e di Valmichi: Ma quei son tempi antichi, Il sole or non č piů. E questa ov'io m'avvolgo Nebbia di verno immondo Č il cenere d'un mondo Che forse un giorno fu.” Giosuč Carducci “Il bove T'amo pio bove; e mite un sentimento Di vigore e di pace al cor m'infondi, O che solenne come un monumento Tu guardi i campi liberi e fecondi, O che al giogo inchinandoti contento L'agil opra de l'uom grave secondi: Ei t'esorta e ti punge, e tu co 'l lento Giro de' pazienti occhi rispondi. E del grave occhio glauco entro l'austera Dolcezza si rispecchia ampio e quieto Il divino del pian silenzio verde.” Giosuč Carducci “Colui che potendo esprimere un concetto in dieci parole ne usa dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.” Giosuč Carducci “Ai giudizi dei nemici vuolsi avere sempre la debita osservanza.” Giosuč Carducci “L'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltŕ, la spirituale irradiazione dei popoli.” Giosuč Carducci “Inno a Satana A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sě come l'anima nella pupilla” Giosuč Carducci 12 frasi di 'giosuč carducci' su 12 in archivio (Licenza foto: Pubblico dominio) Giovanni Boccaccio ![]() ![]() ![]() ![]() Giorgio
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