
Come gonfiare un palloncino a mano o con la pompa?
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Gonfiare un palloncino è semplice, però a volte ci si incarta. Non tanto per mancanza di fiato, ma perché il palloncino resiste, si piega su sé stesso, fa quel rumorino secco di lattice tirato che mette subito in tensione. All’inizio sembra una di quelle cose semplici che “basta provarci”, poi ci si ritrova a sbuffare con le guance gonfie e il palloncino sempre lì, sgonfio e beffardo.
E va bene, la scelta del palloncino conta. I più comuni sono quelli in lattice, li trovi anche sotto casa ormai, ma se ci si avventura nei modelli lunghi e sottili, quelli per fare le forme, si entra in un altro campionato. Più duri, più rigidi, e sì, servirebbe quasi sempre una pompa. Alcuni scoppiano solo a guardarli, altri sembrano indistruttibili ma non si gonfiano mai.
Prima di soffiare, si può tirare un po’ il palloncino in tutte le direzioni, come per “scaldarlo”. Non è un gesto tecnico, è più un’abitudine da chi l’ha fatto tante volte e sa che così si evita almeno l’inizio traumatico. Poi si soffia. Ma non come capita: si tiene l’imboccatura con decisione, si fa un bel respiro, si chiudono bene le labbra... e via. Le prime volte il palloncino sembra non voler collaborare. Poi a un certo punto cede, e parte. Il difficile è proprio quel primo respiro.

Se poi i palloncini da gonfiare sono tanti, è tutto un altro discorso. La pompa (manuale o elettrica) diventa più che utile, quasi indispensabile. Quelle semplici a pistone bastano e avanzano nella maggior parte dei casi. Le elettriche, invece, sembrano progettate per chi si trova sommerso da una montagna colorata da far volare in salotto o giardino. Alcune regolano pure l’aria. Una comodità che, se ci prendi la mano, non molli più.
E poi c’è l’elio. Quel gas che trasforma i palloncini in piccole fughe verso il soffitto. Serve la bomboletta, certo, e serve anche fare attenzione. Non tutti i palloncini sono adatti. Alcuni si afflosciano in pochi minuti, altri esplodono appena si gira lo sguardo. C'è chi giura che dipende dall’umidità dell’aria. Forse più dalla qualità realizzativa del palloncino.
E va bene, la scelta del palloncino conta. I più comuni sono quelli in lattice, li trovi anche sotto casa ormai, ma se ci si avventura nei modelli lunghi e sottili, quelli per fare le forme, si entra in un altro campionato. Più duri, più rigidi, e sì, servirebbe quasi sempre una pompa. Alcuni scoppiano solo a guardarli, altri sembrano indistruttibili ma non si gonfiano mai.
Prima di soffiare, si può tirare un po’ il palloncino in tutte le direzioni, come per “scaldarlo”. Non è un gesto tecnico, è più un’abitudine da chi l’ha fatto tante volte e sa che così si evita almeno l’inizio traumatico. Poi si soffia. Ma non come capita: si tiene l’imboccatura con decisione, si fa un bel respiro, si chiudono bene le labbra... e via. Le prime volte il palloncino sembra non voler collaborare. Poi a un certo punto cede, e parte. Il difficile è proprio quel primo respiro.
Succede però che si vada oltre. Si soffia troppo, il palloncino si tende, scricchiola un po’, e lì viene la tentazione di vedere “fino a dove arriva”. Ecco, magari meglio no. Se si sente che non entra più aria facilmente, è il momento di fermarsi. Si può sempre fare uscire un filo d’aria prima di chiudere con un nodo, anche quello da fare con calma. Tirare un poco il collo aiuta a non farlo sfuggire dalle dita.

Se poi i palloncini da gonfiare sono tanti, è tutto un altro discorso. La pompa (manuale o elettrica) diventa più che utile, quasi indispensabile. Quelle semplici a pistone bastano e avanzano nella maggior parte dei casi. Le elettriche, invece, sembrano progettate per chi si trova sommerso da una montagna colorata da far volare in salotto o giardino. Alcune regolano pure l’aria. Una comodità che, se ci prendi la mano, non molli più.
E poi c’è l’elio. Quel gas che trasforma i palloncini in piccole fughe verso il soffitto. Serve la bomboletta, certo, e serve anche fare attenzione. Non tutti i palloncini sono adatti. Alcuni si afflosciano in pochi minuti, altri esplodono appena si gira lo sguardo. C'è chi giura che dipende dall’umidità dell’aria. Forse più dalla qualità realizzativa del palloncino.
Tag: Palloncini Feste
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