Cosa significa Karaoke?
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Il karaoke nasce negli anni Settanta in Giappone e diventa un fenomeno diffuso in tutto il mondo

Il karaoke nasce negli anni Settanta in Giappone e diventa un fenomeno diffuso in tutto il mondo

Karaoke è una parola che ha origini giapponesi. "Kara" vuol dire "vuoto", mentre "oke" è un’abbreviazione di "orchestra". Messa insieme, quindi, vuol dire “orchestra vuota”. In pratica?
E'un gioco in cui la musica viene suonata senza la voce principale, lasciando a chiunque (sì, proprio chiunque) la possibilità di cantare sulla base strumentale. Il karaoke nasce negli anni Settanta in Giappone e diventa subito un fenomeno. Da lì, arriva nel resto del mondo, e non smette più di fare tendenza. Lo si trova in bar, locali notturni e persino a casa, grazie alle nuove tecnologie.

Il funzionamento è semplice: si sceglie una canzone, si prende il microfono e si inizia a cantare, leggendo le parole che scorrono sullo schermo. Non serve essere un cantante esperto per buttarsi (anzi, a volte è meglio se non lo si è!). Basta solo voglia di divertirsi. È proprio questa la forza del karaoke: rende tutti protagonisti, senza bisogno di essere perfetti. È diventato un modo per ridere e stare in compagnia, una scusa per uscire dal guscio e, spesso, rompere quel gelo iniziale in una serata tra amici. Non ci sono competizioni o giudizi: si canta e basta.

In Asia, il karaoke ha un enorme successo, al punto che esistono i cosiddetti "karaoke box", stanze private dove si canta con gli amici senza essere disturbati. Negli ultimi anni, la tecnologia ha portato a un’ulteriore evoluzione: ora ci sono app per smartphone e giochi per console che permettono di fare karaoke ovunque, anche in salotto. Così, il divertimento è assicurato, senza bisogno di cercare un locale specifico.
Curiosità sul karaoke

Chi ha portato il karaoke in Italia?
Il karaoke arriva in Italia alla fine degli anni Ottanta grazie a imprenditori italiani che avevano visto il successo di questo fenomeno in Giappone. A renderlo davvero popolare è stata però la TV italiana, in particolare con programmi come "Karaoke" di Fiorello negli anni Novanta, che hanno trasformato il canto amatoriale in un momento di spettacolo e divertimento.

Perché le persone amano cantare in pubblico anche se se stonate?
Il karaoke non riguarda solo il canto, ma anche il divertimento e la libertà di esprimersi. Spesso chi canta non pensa alla perfezione, ma si lascia andare e si diverte. Il pubblico in questi casi è più tollerante e cerca solo di fare il tifo per il coraggio di chi canta. È un momento di condivisione in cui il talento passa in secondo piano.

Come si sceglie una canzone per il karaoke?
Molti scelgono classici che tutti conoscono o canzoni che permettono di interagire con il pubblico. A volte si punta su canzoni semplici da cantare, con un testo facile da seguire. Qualcuno, invece, preferisce canzoni emotive per esprimere i propri sentimenti. Alla fine, conta più la voglia di cantare che la scelta del brano.

Esistono competizioni ufficiali di karaoke?
Sì, in molti paesi si organizzano concorsi di karaoke, sia a livello locale che internazionale. C'è persino un Campionato Mondiale di Karaoke, dove i partecipanti da tutto il mondo competono con performance elaborate. Non è solo un gioco, per alcuni è una vera e propria sfida.

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