L'acqua del rubinetto si può bere?
L’acqua che sgorga dal rubinetto di casa, se non diversamente indicato, risulta potabile. In Italia, l’acqua del rubinetto dovrebbe infatti rispettare i parametri chimico fisici imposte dalle varie normative di riferimento ed in particolare dal Decreto Legislativo 31/01. Le autorità sanitarie effettuano controlli periodici per verificarne la potabilità, unitamente alle aziende di distribuzione.
Bisogna tuttavia considerare che le aziende che captano e distribuiscono l’acqua alle utenze nel vasto territorio italiano sono molteplici: comunali, consortili oppure vere e proprie Spa, queste offrono un servizio di controllo e campionamento della potabilità sulla rete idrica che non è omogeneo per campionatura geografica, frequenza e qualità. Questo è un fattore delicato da tenere inconsiderazione in quanto le reti idriche sono spesso vecchie e le tubature vetuste, con dispersioni nella distribuzione che possono superare anche il 50% dell’acqua pompata e possibili infiltrazioni. Negli ultimi anni sono aumentati i casi di inquinamento della rete a seguito di infiltrazioni dovute alla presenza di diserbanti agricoli o sostanze inquinanti di tipo industriale. Il consiglio è quello di consultare i siti internet delle società che gestiscono la rete idrica nel vostro territorio per verificare periodicamente quantità è qualità dei controlli effettuati, soprattutto in prossimità del proprio quartiere.
Inoltre bisogna considerare che l’acqua dei gestori viene considerata potabile fino al punto presa o contatore, dopo possono subentrare ulteriori fattori che potrebbero condizionarne la potabilità. Infatti, in molte abitazioni private e nei condomini, vi sono cisterne ed autoclavi utilizzate per immagazzinare temporaneamente l’acqua che in assenza di manutenzione periodica, potrebbero causare infezioni di tipo batterico, compresi quelli di tipo sporigeno. E’ necessario pertanto che amministratori e proprietari di questi serbatoi di accumulo effettuino manutenzione, pulizia e disinfezione periodica degli impianti di accumulo.
Infine vi è il fattore cloro, dibattuto con insistenza negli ultimi anni e utilizzato in molti acquedotti. Il cloro è un agente chimico introdotto dall’uomo in fase di depurazione delle acque, molto utilizzato in Italia, che conferisce quel retrogusto spiacevole all’acqua del rubinetto. Questo agente chimico uccide i microorganismi nel momento della disinfezione e resta attivo nell’acqua per prevenire la crescita di altri microorganismi nelle reti di distribuzione. Svariate ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’utilizzo di questa sostanza, a contatto con altre sostanze naturali presenti nell’acqua, genera i Trialometani (composti del metano conosciuti come THM), che in grosse quantità possono risultare tossici per l’organismo svolgendo un’azione cancerogena soprattutto nel colon e nella vescica, oltre a favorire infarto e arteriosclerosi. Fortunatamente le modeste quantità di cloro utilizzate nella depurazione non sono così pericolose per l’uomo, tuttavia alcune ricerche effettuate negli USA hanno documentato una correlazione fra l’aumento di queste patologie e l’utilizzo di cloro, seppure presente in modeste quantità. Secondo l’istituzione americana U.S Council of Environment Quality, vi è un incremento del 93% nel rischio di sviluppare patologie cancerogene in soggetti che bevono regolarmente acqua contenete cloro.
Bisogna tuttavia considerare che le aziende che captano e distribuiscono l’acqua alle utenze nel vasto territorio italiano sono molteplici: comunali, consortili oppure vere e proprie Spa, queste offrono un servizio di controllo e campionamento della potabilità sulla rete idrica che non è omogeneo per campionatura geografica, frequenza e qualità. Questo è un fattore delicato da tenere inconsiderazione in quanto le reti idriche sono spesso vecchie e le tubature vetuste, con dispersioni nella distribuzione che possono superare anche il 50% dell’acqua pompata e possibili infiltrazioni. Negli ultimi anni sono aumentati i casi di inquinamento della rete a seguito di infiltrazioni dovute alla presenza di diserbanti agricoli o sostanze inquinanti di tipo industriale. Il consiglio è quello di consultare i siti internet delle società che gestiscono la rete idrica nel vostro territorio per verificare periodicamente quantità è qualità dei controlli effettuati, soprattutto in prossimità del proprio quartiere.
Cassone di accumulo condominiale con autoclave
Infine vi è il fattore cloro, dibattuto con insistenza negli ultimi anni e utilizzato in molti acquedotti. Il cloro è un agente chimico introdotto dall’uomo in fase di depurazione delle acque, molto utilizzato in Italia, che conferisce quel retrogusto spiacevole all’acqua del rubinetto. Questo agente chimico uccide i microorganismi nel momento della disinfezione e resta attivo nell’acqua per prevenire la crescita di altri microorganismi nelle reti di distribuzione. Svariate ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’utilizzo di questa sostanza, a contatto con altre sostanze naturali presenti nell’acqua, genera i Trialometani (composti del metano conosciuti come THM), che in grosse quantità possono risultare tossici per l’organismo svolgendo un’azione cancerogena soprattutto nel colon e nella vescica, oltre a favorire infarto e arteriosclerosi. Fortunatamente le modeste quantità di cloro utilizzate nella depurazione non sono così pericolose per l’uomo, tuttavia alcune ricerche effettuate negli USA hanno documentato una correlazione fra l’aumento di queste patologie e l’utilizzo di cloro, seppure presente in modeste quantità. Secondo l’istituzione americana U.S Council of Environment Quality, vi è un incremento del 93% nel rischio di sviluppare patologie cancerogene in soggetti che bevono regolarmente acqua contenete cloro.
Negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede i purificatori d'acqua, sono dispositivi che eliminando i batteri e altri organismi patogeni, riducendo anche la componente dei sali minerali. A fronte di un costo iniziale non indifferente per l'acquisto del dispositivo e dei prodotti di ricambio per la filtrazione, si ottiene spesso il risultato di purificare l'acqua evitando così il trasporto e trasbordo delle bottiglie acquistate nei supermercati o riempite presso fonti più sicure ed affidabili.
Tag: Acqua Sorgenti Cloro Depurazione
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Licenza foto #1 Posso bere l'acqua del rubinetto?: Pubblico dominio
Licenza foto #2 Sorgente idrica del fiume Plesio (Como): Castrocane - CC BY-SA 3.0
Licenza foto #3 Depuratore di Lorica (Cosenza): Beppe Veltri - CC BY-SA 3.0
Licenza foto #2 Sorgente idrica del fiume Plesio (Como): Castrocane - CC BY-SA 3.0
Licenza foto #3 Depuratore di Lorica (Cosenza): Beppe Veltri - CC BY-SA 3.0
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