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“Cristo è risorto, alleluia! Fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Oggi nella Chiesa finalmente risuona l’alleluia, riecheggia di bocca in bocca, da cuore a cuore, e il suo canto fa piangere di gioia il popolo di Dio nel mondo intero.
Dal sepolcro vuoto di Gerusalemme giunge fino a noi l’annuncio inaudito: Gesù, il Crocifisso, «non è qui, è risorto» (Lc 24,6). Non è nella tomba, è il vivente!”Da: Ultimo messaggio prima della scomparsa (20/04/2025) New:22/04/25
Supponiamo che il numero degli impiegati uomini sia x. Se ci sono sette donne in più rispetto agli uomini, allora le donne saranno x + 7. Il totale degli impiegati è ventisette, quindi:
x (uomini) + x + 7 (donne) = 27
2x + 7 = 27
2x = 27 - 7
2x = 20
x = 10
Quindi ci sono 10 uomini e 10 + 7 = 17 donne.
Risposta: diciassette donne.
“Migliora sempre quel che non peggiora
Il proverbio può sembrare un po’ contorto a prima vista, ma in realtà racchiude una verità sottile e profonda.
L’idea di fondo è questa: se qualcosa resiste al tempo, agli imprevisti e ai cambiamenti senza peggiorare, allora merita rispetto. Non solo: proprio il fatto che non peggiori, che rimanga stabile o accettabile, è già in sé una forma di miglioramento.
In parole povere, non si tratta sempre di fare di più, di cambiare, di innovare. A volte riuscire a restare costanti, a tenere la barra dritta, a non cedere alla decadenza, è un grande risultato. E proprio per questo vale la pena migliorarlo ancora di più: perché ha dimostrato solidità, resistenza, valore.
Per esempio, pensa a una relazione che non si logora, un’abitudine sana che non si spegne, un oggetto che dopo anni funziona ancora: non peggiorare è già un segnale positivo, e proprio per questo vale la pena di investirci ancora, per farlo diventare ancora meglio.” New:16/04/25
“Ho avuto incontri straordinari, come Visconti, burbero e dolcissimo. Come Herbert Ross, per cui ho fatto la Karsavina nel film Nijnsky. O come Peter Ustinov, con cui ho girato Le ballerine. E la Cederna, e Manzù. E il magnifico Eduardo. In un galà in suo onore, a Viareggio, interpretai Filumena Marturano, proprio il ruolo di Titina, e lui mi mandò un biglietto con su scritto: ora posso chiamarti sorella. Ricordo il fascino e l'ironia di De Sica. Voleva affidarmi ne La vacanza il ruolo che poi fece la Bolkan. E rammento le estati con Montale, a Forte dei Marmi. Ci si trovava ogni giorno tra persone come Henry Moore, Marino Marini, Guttuso. Montale disegnava sempre: il mare, le Apuane... Usava tutto, dal vino al rossetto. Mi dedicò una bellissima poesia: La danzatrice stanca. No, io a settant'anni non mi sento affatto stanca. E sono quello che sono anche grazie a loro.” New:16/04/25